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  • Montipò come Garella: para tutto e salva il Verona

    Montipò come Garella: para tutto e salva il Verona

    • Furio Zara
      Furio Zara
    Il gesto di questa settimana in realtà sono tanti gesti, uno dopo l’altro, come in catena di montaggio, se avete presente quel vecchio film di Charlie Chaplin - Tempi moderni - in cui l’operaio protagonista ripete quotidianamente gli stessi gesti meccanici del lavoro in fabbrica. Il nostro protagonista, invece, si chiama Lorenzo Montipò, ha ventisette anni e nelle cronache di queste ore leggerete di lui come dell’uomo che ha messo la firma sulla salvezza dell’Hellas Verona. Tutto vero. Montipò ha parato tutto, anche qualcosa in più. E più di tutti ha spinto il Verona verso la salvezza quando ha - scusate il gioco di parole -(re)spinto il rigore calciato da Nzola. Quello è stata la scena-cult del film dello spareggio che valeva la permanenza in Serie A. Montipò ha confermato la sua specialità: parare i rigori, ipnotizzare i rigoristi, indurli all’errore. Ha una percentuale del 30% di rigori parati (7 su 23): ciò significa fare la differenza. Di Montipò ci piace sottolineare che ha parato in tutti i modi, d’istinto e di piazzamento, opponendosi con il corpo e respingendo un tiro con le gambe, volando a mano aperta e tuffandosi nella giungla della mischia fino ad abbrancare il pallone. Alla Ciccio Garella, verrebbe da dire. Mitologico portiere dell’Hellas Verona che quasi quarant’anni fa - 1984-85 - vinse lo scudetto. Garella che parava con tutte le parti del corpo. Il più bel complimento glielo fece l’Avvocato Agnelli, dopo un Verona-Juve scese nello spogliatoio e disse: “Garella, lei è bravo davvero: è bello vedere un portiere che para con tutto fuorché con le mani”. Montipò domenica sera si è messo nel solco della tradizione. E dire che venti giorni fa - si giocava Atalanta-Verona - Montipò si rese involontario protagonista di un errore da matita rossa, quando cercò di scartare Pasalic e si fece soffiare il pallone. L’Atalanta pareggiò, quindi rimontò e vinse la partita. Tutti scrissero: quello di Montipò è un errore che può condannare l’Hellas Verona alla Serie B. Zaffaroni, l’allenatore-bis dell’Hellas che ha affiancato Bocchetti, lo rincuorò pubblicamente: “Non è determinante sul nostro futuro. E lo dimostreremo”. Montipò quella fiducia l’ha ripagata. Contro lo Spezia ha sfoderato una serie di parate salva-vita, blindando quella vittoria che Faraoni e Ngonge avevano contribuito a concretizzare. Il destino dei portieri, lo sappiamo, si risolve sempre in pochi attimi. Polvere o gloria, condanna o trionfo dipendono spesso da un paio di centimetri di braccio che si allunga, dalla tempestività nel saper cogliere il momento giusto per il tuffo, del colpo d’occhio o dell’esperienza che ti fanno decidere per una scelta o per l’altra. I tifosi dell’Hellas, di questa salvezza ottenuta al fotofinish, ricorderanno soprattutto i voli a planare del loro portiere, Lorenzo Montipò, che come Ciccio Garella ha parato tutto, e l’ha parato nel modo più improbabile.

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