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  • Morata: 'No al Napoli perché non sono come Higuain, ma non torno alla Juve'

    Morata: 'No al Napoli perché non sono come Higuain, ma non torno alla Juve'

    "Ho detto no al Napoli perché nel mio cuore c'è la Juventus, ma non torno indietro". Alvaro Morata si racconta tra passato, presente e futuro. L'attaccante spagnolo del Real Madrid ha dichiarato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Non vedo l'ora di tornare a Torino, ma solo per rivedere la città e giocare Italia-Spagna. Per me sarà una grandissima emozione. Sono stato felice, ho vinto e sono stato vicinissimo ad altre vittorie ancora più grandi per fare la storia. È la mia seconda casa, lì ho trovato l'amore e l'Italia è sempre nei miei pensieri: in casa con la mia ragazza parliamo italiano e appena posso vado a Torino o a Mestre e Venezia, lei è di lì. Faccio le vacanze da voi, ormai sono quasi italiano. I giornali scrivono che potrei tornare alla Juve a gennaio? È la prima volta che sento una cosa del genere. Impensabile. Sono al Real Madrid… Detto questo, è chiaro che spero che la Juve vinca sempre, che sono molto juventino e lo sarò sempre. Però non credo sia possibile tornare". 

    ITALIA-SPAGNA - "Chi vince giovedì si guadagnerà il vantaggio di dipendere da se stesso: se non commetterà errori arriverà in Russia vincendo il gruppo. Le due squadre proveranno a vincere, ma credo che ci siano grandi possibilità di vedere un pareggio perché sarà una gara molto tattica: voi lo siete sempre stati e noi stiamo lavorando tanto in quest’ambito. Mi immagino una partita con pochissime occasioni. Rispetto a Euro 2016 abbiamo cambiato soprattutto l’aspetto tattico. Dobbiamo portarci al vostro livello. L’Italia di Conte all’Europeo era una macchina perfetta tatticamente: i laterali giocavano con gli attaccanti senza nemmeno doverli guardare perché le due punte facevano sempre quel movimento tipico degli attaccanti di Conte, e chi veniva da dietro andava a memoria. All’Europeo tatticamente eravate superiori a noi e queste sono cose che ti permettono di vincere una partita. Non vi volevamo incontrare, ci siete toccati e ci avete mandato a casa. Quello però è il passato, ora speriamo di essere più preparati. Non c'era bisogno di una rivoluzione. L’idea di gioco è sempre quella, ora però lavoriamo molto di più a livello tattico e la cosa ci rende una squadra più completa. Non so se giocherò. Mi piacerebbe da morire, per me è una partita speciale. Però non decido io. Meno male che è squalificato Chiellini! Le mie caviglie ringraziano, anche se ho una gran voglia di rivedere lui, Bonucci, Barzagli, Buffon. Siamo sempre in contatto, ci mandiamo video, foto, messaggi, voglio loro un gran bene perché io sono arrivato lì che praticamente ero un canterano del Madrid e mi hanno trattato in maniera incredibile. Sarò sempre grato. Chiello, Leo, Andrea mi hanno aiutato tanto… Soprattutto dandomi un sacco di calci in allenamento! Sarà difficile comunque. L’Italia nel difendersi è la miglior nazionale del mondo. Un giorno Tevez mi disse che per un attaccante andare a giocare in Italia è come andare all’università e laurearsi. Da voi ho imparato a muovermi in maniera più complessa, mi sento più forte fisicamente, mi ha fatto benissimo. Callejon si merita questa chiamata, è cresciuto tanto e da anni gioca a un grande livello. Sono molto contento che sia qui anche se è del Napoli come Reina. È un duello continuo qui tra Juve e Napoli". 

    REAL MADRID - "È chiaro che mi piacerebbe stare sempre in campo, ma al Real non si può pretendere di giocare ogni partita. Io lavoro al massimo, poi non dipende da me. Quattro pareggi consecutivi, critiche e aria di crisi? Sì, però siamo primi a pari merito. Se anche senza vincere continuiamo a stare lì in alto non è male. È chiaro che non possiamo più sbagliare e che avremmo potuto essere più avanti, però non sono preoccupato. E' una delle squadre più complesse al mondo dove provare a trionfare, però questo è il mio sogno e il mio obiettivo. Zidane mi dice di continuare a lavorare. Mi parla tanto, è contento". 

    JUVENTUS - "In Serie A la Juve è superiore, senza dubbio. Ha preso il migliore del Napoli e il migliore della Roma aumentando il divario con le concorrenti. Sarà di nuovo campione d'Italia. Sarà un gran rivale in Champions, ma in Europa ci vogliono anche altre cose. Sbagli una partita e addio, come a noi a Monaco l’anno scorso. Che rabbia. Era il nostro anno, me lo sentivo. Abbiamo giocato alla grande contro una squadra candidata alla vittoria finale. È andata male, peccato. Però quest’anno vedo la Juve almeno in semifinale. Higuain-Dybala? Mi aspettavo che combinassero bene. Due grandi giocatori, in Italia non c’è un’altra coppia così. Alla fine dell’Europeo Paratici mi disse che la Juve mi voleva e che avrebbe fatto un’offerta importante per me e che se fosse andata male avrebbe cercato un giocatore altrettanto costoso o più caro. È andata così". 

    NO AL NAPOLI - "Mio padre e il mio agente Juanma Lopez mi dissero che erano stati contattati dal Napoli e che si erano riuniti. 'Scordatevi la cosa', gli risposi subito. Dissi loro che per come ero stato trattato dalla Juventus, per quanto ero stato felice lì, non sarei mai andato al Napoli. Higuain ha fatto il percorso inverso? Ognuno ha le sue idee e il suo modo di essere. Io non l’avrei mai fatto perché alla fine per me contano più l’orgoglio e la lealtà alla gente che mi ha voluto e trattato bene". 
     

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