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  • 'Morirai'. Varriale, camuffando la voce, usava i telefoni Rai per minacciare l'amante

    'Morirai'. Varriale, camuffando la voce, usava i telefoni Rai per minacciare l'amante

    • Redazione CM
    Minacce di morte dai telefoni della Rai. Emerge anche questo particolare nella seconda indagine conclusa dai magistrati romani a carico Enrico Varriale. Il giornalista sportivo - scrive oggi Repubblica - avrebbe minacciato una donna con cui aveva una relazione. E nel tentativo di non svelare la sua identità avrebbe contraffatto la sua voce chiamandola dai telefoni della televisione pubblica.

    La vicenda viene alla luce quando mancano circa due settimane all'udienza del primo procedimento che vede Varriale accusato di aver aggredito e molestato la sua ex compagna. Un processo in cui sarà sentita anche la seconda vittima.
    Sono due infatti le inchieste che costringono l'ex direttore di Rai Sport a difendersi dalle accuse mosse dai pm. La prima, approdata già in aula, verte soprattutto su un episodio avvenuto nell'agosto del 2021, quando Varriale, "durante un alterco per motivi di gelosia, la sbatteva violentemente al muro - si legge nel decreto che dispone il giudizio immediato - scuotendole e percuotendole le braccia, sferrandole violentemente dei calci".

    La seconda inchiesta invece è stata conclusa lo scorso novembre. E racconta di un secondo episodio violento. "Minacce" e "lesioni"", sono le accuse contestate dalla procura. La vittima è una donna che Varriale frequentava dopo aver rotto con l'ex compagna. Tutto è cominciato l'8 dicembre dello corso anno, quando la nuova fiamma di Varriale non riusciva ad entrare in contatto con l'uomo. Ne sarebbe nata una discussione per motivi di gelosia. E sarebbe terminata con un ceffone al volto della donna, che avrebbe perso i sensi. "Trauma cranico non commotivo", recita il referto con cui i medici del Gemelli hanno concesso 4 giorni di prognosi alla donna.

    Anche questa vicenda è finita in procura. E successivamente è stata integrata con un'altra denuncia. In quell'atto sono contenute le nuove accuse. "Se mi denunci ti ammazzo", avrebbe detto Varriale alla vittima. Inoltre sarebbe passato sotto "l'abitazione della vittima al fine di incontrarla", si legge negli atti. E avrebbe anche tentato di contattarla con "applicativi telematici" o da numeri anonimi. E ancora avrebbe cercato i figli della vittima. La vicenda più singolare risale al 19 dicembre del 2021, quando il giornalista, secondo le accuse, ha chiamato la donna "utilizzando l'utenza della rai radio televisione suo luogo di lavoro, oscurando il numero chiamante sia alle ore 12,55 che alle ore 13,27, pronunciando con voce contraffatta nel corso della seconda telefonata una frase del tipo "morirai"".

    Una situazione che ha creato non pochi problemi alla donna, che da quel giorno ha paura di rispondere al telefono e spesso tiene le luci di casa spente per paura di essere controllata. Varriale sul punto è già stato interrogato e ha fornito elementi che potrebbero in parte ridimensionare le accuse, specialmente in merito ai tentativi di incontro poco graditi. 

    Nel frattempo il giornalista potrà rivedere la donna: in occasione della prossima udienza in tribunale, quando la signora testimonierà al processo che riguarda la prima vittima. 

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