Il caso Juve-Napoli prosegue, con le reazioni dei protagonisti dopo la mancata disputa della partita dell'Allianz Stadium e in attesa del pronunciamento del Giudice Sportivo sul possibile 0-3 a tavolino nei confronti del Napoli e il -1 in classifica per non essersi presentato. In queste ultime ore emergono dettagli e retroscena, anche curiosi, come la scelta dei social media manager del club di Aurelio De Laurentiis di cancellare dai propri canali ufficiali i report delle sedute di allenamento svolte nei giorni successivi alla partita incriminata contro il Genoa - che nei giorni successivi avrebbe rivelato un vero e proprio focolaio nel suo gruppo squadra - e nella settimana che ha portato al match mancato con la Juve.


IL GIALLO DEGLI ALLENAMENTI - Tracce che sono tuttavia rimaste sul web e che stanno già scatenando le reazioni più svariate. Perché il Napoli avrebbe dovuto cercare di occultare quanto è avvenuto nei giorni scorsi, prima che le positività riscontrate in Zielinski ed Elmas imponessero di seguire quanto previsto dal protocollo, ossia l'isolamento fiduciario del gruppo squadra e, in caso di doppia negatività del tampone, la possibilità di allenarsi regolarmente ma in gruppetti separati? Qualcosa che non si evince dalle foto presenti nei tweet pubblicati dal Napoli nella passata settimana. E che riportano l'attenzione su un altro aspetto, sollevato ieri sera dal presidente della Juventus Andrea Agnelli e dal responsabile sanitario Luca Stefanini in una conferenza stampa.


LA FRECCIATA DI AGNELLI - "L'ASL interviene quando il protocollo non viene osservato", ha dichiarato il numero uno bianconero, lasciando intendere il motivo per il quale l'autorità sanitaria di Napoli sia intervenuta per stoppare la partenza per Torino della squadra di Gattuso. Corroborato dall'intervento del dottor Stefanini: "Quando è emersa la positività di due membri dello staff, sono immediatamente stati isolati; al contempo è scattata la necessità di applicare il protocollo, che prevede convocazione di tutti i membri del gruppo squadra nella struttura concordata con l'autorità sanitaria locale. L'applicazione del protocollo è sempre effettuata in accordo con le autorità sanitarie locali e se la Juventus non avesse rispettato il protocollo ci sarebbe stato l'intervento di un'autorità demandata". Una puntualizzazione molto precisa sulla condotta adottata dalla Juve dopo i due casi (peraltro esterni al gruppo squadra) di sabato e quella del Napoli. Le schermaglie proseguono e la sensazione che la parola fine sia ancora lontana.