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  • Napoli, meglio senza Higuain

    Napoli, meglio senza Higuain

    • Giovanni Scotto

    Il dominio raccontato dai numeri. Il Napoli, padrone del campo e delle idee, ha imposto ritmo e gioco, ha atteso quando c’era da aspettare e ha affondato al momento giusto. Napoli, meglio senza Higuain. Si tratta di una provocazione, eppure i numeri, ad oggi, dicono proprio questo. Gli azzurri, fino ad oggi, hanno cinque punti in più rispetto allo scorso campionato e anche segnato più gol, nonostante la dolorosa partenza del Pipita. Non segna più l'argentino, ma i gol li fanno gli altri, due doppiette per Callejon, una per Mertens e Milik e poi il gol di Hamsik in Sicilia.

    TUTTO COME PRIMA - A Palermo Ghoulam, “orfano” della marcatura improvvisata ma comunque fastidiosa di Embalo, ha trovato praterie sul versante mancino, terreno propizio per la scorribanda che ha propiziato la rete del vantaggio firmata Hamsik. L’algerino è andato quattro volte al cross, sfruttando a dovere il campo libero lasciato dai rosanero e la nuova posizione degli attaccanti esterni, non più larghi come lo scorso anno ma vicini alla punta, almeno nel secondo tempo. Già perché durante i primi quarantacinque minuti di gioco, nonostante il controllo totale della sfera, Milik è stato lasciato al suo destino: poco assistito da Callejon e Insigne ma soprattutto dai due interni, poco presenti in area. Nella ripresa è cambiato lo spartito, gli azzurri sono cresciuti in termini di qualità e di velocità e dal quel momento, considerato anche l’enorme divario tecnico, non c’è stata più partita. E’ salito in cattedra Callejon: tre conclusioni, due a segno e il titolo “beffardo” di capocannoniere, davanti a Higuaìn. Non un caso, come accennato, ma il frutto di un lavoro tattico impostato sulla necessità di redistribuire quei gol che lo scorso anno appartenevano al centravanti argentino, “dimenticato” attraverso la partecipazione corale all’azione ma soprattutto alla finalizzazione.

    COOPERATIVA DEL GOL - Un progetto intrigante che responsabilizza maggiormente gli interpreti, chiamati a raccogliere un’eredità forse pesante ma sicuramente avvincente se intesa nel senso della sfida da vincere. Difatti il Napoli ha prodotto otto occasioni da gol piuttosto nitide: due a testa per Hamsik, Milik e Callejon, una per Albiol (da calcio da fermo) e Gabbiadini. Tanti giocatori coinvolti e una parte del merito va riconosciuta a Lorenzo Insigne, autore di un pregevole assist e protagonista di un’ottima partita, così come Zielinski, l’ispiratore del terzo gol. Nota di merito anche per il ritrovato Christian Maggio: tanta corsa, due cross riusciti e una bandiera con su scritto presente. Il vecchio capitano è l’imprevedibile simbolo di un turn over necessario ma meno rischioso rispetto al recente passato. La qualità della rosa, nel suo complesso, è cresciuta esponenzialmente, così come la fiducia dell’ambiente che ha ritrovato lo stesso Napoli dello scorso anno, bello e risoluto, senza sole ma con tante piccole stelle.
     


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