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  • Napoli, non è solo un deficit di mentalità: da Insigne a Lozano, i numeri degli esterni non tornano

    Napoli, non è solo un deficit di mentalità: da Insigne a Lozano, i numeri degli esterni non tornano

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    E' stata evocata la parola "carattere", si è parlato anche di una mentalità vincente che non sembra essersi ancora impadronita della squadra di Luciano Spalletti e che è venuta a mancare in tutti gli appuntamenti decisivi riservati sin qui dalla stagione: dall'ottavo di finale di Coppa Italia con la Fiorentina, alla sfida del "Maradona" contro il Barcellona di Europa League e finendo col match scudetto col Milan. Ma dietro l'ennesimo esame non superato dal Napoli si nascondono valutazioni e analisi più profonde, che si rispecchiano in numeri ben precisi: dopo le 4 vittorie consecutive di gennaio, il mese di febbraio avrebbe dovuto essere quello dell'accelerata - grazie anche al rientro dei tanti infortunati delle settimane precedenti - per dare un segnale forte anche alle concorrenti ed è invece arrivata l'ennesimo periodo di appannamento con appena una vittoria nelle ultime 4 giornate.

    COLPI ISOLATI - L'acuto di Fabian Ruiz, a tempo quasi scaduto, nella vittoria della scorsa settimana contro la Lazio è rimasto un lampo isolato, come quello che lo aveva preceduto di Lorenzo Insigne. Una rete quella del capitano in uscita che ha rappresentato uno dei pochi momenti di vera ispirazione di un giocatore che è la sintesi perfetta del rendimento complessivo offerto dagli esterni offensivi in un'annata nella quale il Napoli non ha potuto disporre per diverso tempo del suo punto di riferimento principale in attacco, Victor Osimhen. La partita contro il Milan, una partita nella quale assumeva un'importanza particolare vincere il maggior numero possibile di duelli individuali, è sembrato invece il ritratto dell'impotenza degli interpreti che Spalletti ha alternato sulle corsie laterali per provare ad avere quelle giocate risolutive che non sono mai arrivate. Un'aspettativa che non era però incoraggiata da statistiche particolarmente promettenti in tal senso.

    DOVE SONO I GOL? - Il destro da fuori di Insigne contro la Lazio ha rappresentato, per esempio, il primo gol in tutta la stagione su azione del capitano del Napoli, rispetto ad un bottino complessivo di 7: i 6 precedenti erano arrivati tutti su calcio di rigore e la cifra degli assist - attualmente 6 - non giustifica un apporto così poco incisivo a livello realizzativo. Titolare ieri nel tridente con Osimen e il numero 24 c'era Matteo Politano, quello che per Spalletti è sempre stato la prima scelta nel settore destro dell'attacco: impalpabile al cospetto di Theo Hernandez, l'ex di Sassuolo ed Inter è fermo alla rete contro la Juventus del settembre scorso in 25 partite (nessuno tra gli esterni ha giocato quanto lui). Un contributo non all'altezza delle ambizioni che coltiva il resto della squadra e che non viene compensato nemmeno dal rendimento delle alternative. 

    ALTERNATIVE DELUDENTI - Lozano, giocatore che ha caratterizzato la sua esperienza italiana all'insegna della discontinuità e di qualche acciacco di troppo, non trova la via della rete dalla doppietta di Bologna del 17 gennaio scorso, i due primi gol da ottobre ad allora. Destra o sinistra, non ha mai fatto la differenza soprattutto nei big match e l'investimento da quasi 40 milioni di euro dell'estate 2019 continua ad essere un punto di domanda enorme. Esterno per necessità più che per convinzione, Elmas è rimasto alla rete decisiva contro il Milan del match d'andata di dicembre ma continua a risultare più impattante quando può operare nel suo ruolo preferito, ossia da vice Zielinski. Si arriva infine a Ounas, una delle scommesse sulle quali Spalletti ha puntato con coraggio da inizio stagione e venendo frustrato principalmente dai tanti problemi fisici: poco più di 300 minuti spalmati da agosto ad oggi e nessun gol all'attivo. Va bene il carattere, va bene la mentalità, ma il Napoli ha un problema più ampio: una fase offensiva che non corre di pari passo con quella di non possesso (miglior retroguardia della Serie A) e il rendimento degli esterni che si sta rivelando come il vero limite rispetto alle concorrenti.

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