Gli strali di De Laurentiis non hanno sin qui sortito gli effetti sperati. Di Marko Rog, pupillo del presidente del Napoli, nemmeno l’ombra. Il centrocampista croato fa la spola tra panchina e tribuna, in attesa di quell’esordio rimandato di settimana in settimana. L’allenatore, chiamato a giustificare lo zero presente alla casella minuti, ha tirato in ballo la lingua e le “naturali” difficoltà legate ad un calcio diverso. Necessario un periodo di apprendistato, evidentemente troppo lungo per non sollevare qualche dubbio. Questione di tempo, dunque, prima di vederlo all’opera con la maglia azzurra, senza la necessità di rivisitare il modulo base.

Nessuna possibilità di passare al 4-3-1-2, nonostante le imbeccate di De Laurentiis, preoccupato dalla mancata valorizzazione del suo investimento da circa 15 milioni di euro. Ha giocato fin qui un ruolo decisamente importante anche il fattore concorrenza, visto e considerato l’ampio ventaglio di scelte a disposizione del tecnico, spesso costretto a rinunciare (a turno) a calciatori del calibro di Jorginho, Allan e Zielinski. Nessuna polemica da parte del giovane Rog che nel frattempo continua ad incassare la fiducia di Cacic, commissario tecnico della selezione a scacchi, protagonista in amichevole ieri, dove ha giocato titolare: “Rog lo conosco bene, si fa sempre trovare pronto, per questo motivo l’ho convocato in nazionale”.