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  • Milik non è altezza di questo Napoli: non spegne i rumors su Piatek e Cavani

    Milik non è altezza di questo Napoli: non spegne i rumors su Piatek e Cavani

    • Marco Giordano
    Non è stata la partita della consacrazione dell'ancelottismo. Non è stata la gara nella quale hai consacrato la capacità di restare lucido per periodi medio-lunghi, di tenere le energie mentali al massimo per due gare di fila quando il livello resta molto alto, dimostrando di aver interiorizzato al meglio la mentalità vincente del tuo allenatore. È mancata al Napoli la forza della lucidità, la necessità di trovare il guizzo giusto in una produzione di gioco enorme, ma che non è riuscita a trovare sbocco fino al 90'. Insigne nervoso, Allan nervoso, Hamsik nervoso. La spina dorsale, quella dell'esperienza dalla metà campo in su ha dato tutto sul terreno di gioco, ma senza quella capacità di leggere la frazione di secondo decisiva per trovare la giocata vincente. Se l'asse portante ha un difetto, allora tutto il gruppo si addossa il difetto: vedi Fabian Ruiz, vedi tutti quanti gli altri che hanno schiacciato, dominato e messo alle corde la Roma, una formazione che avrebbe dovuto, secondo le previsioni estive, metterti dietro in classifica di diversi punti. Il Napoli ha distrutto il palleggio della Roma, è riuscito a togliere anche la capacità della ripartenza alla Roma nella ripresa. La crescita che Ancelotti deve instillare in questo gruppo è la forza della lucidità, perché il Napoli contro la Roma ha fatto anche il record di conclusioni stagionali, ben 26 e non può trovare una sola rete, perché manca la giusta concretezza.

    MILIK & MERTENS - “Vuoi partire dall'inizio? Sì, sicuramente. Giocare contro la Roma... è normale. Peccato, volevo giocare”: così Dries Mertens a fine partita, commentando a caldo un match nel quale ha mostrato di essere ancora decisivo. Tre gol nell'ultimo mese, zero quelli di Milik: il polacco non va il gol dal 26 settembre, in una gara non complessa come quella contro il Parma. Non è la prima volta che parlo di Milik in questi editoriali: il polacco s'impegna, sgomita, difende bene il pallone, gira la sfera con qualità. Ha, però, un problema con la rete: “Milik per 60 minuti ha fatto il suo, si è fatto trovare pronto in diverse circostanze. I difensori della Roma erano difficili da affrontare, è stato anche sfortunato”. Ancelotti va di fioretto, difende il suo calciatore come è giusto che sia: la sensazione che, al momento, Milik non sia un centravanti che vale il livello della seconda in classifica. Nel match con la Roma si è vista la differenza con Dzeko: poi Mandzukic, Icardi e Higuain continuano a dimostrare un plus nettamente superiore, senza voler scomodare mostri sacri. Ha ancora tempo davanti Arek, per non farsi offuscare ancora dal connazionale Piatek, per non continuare la ridda di voci su ritorni pesanti o accostamenti importanti. 
     

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