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  • Osimhen e Abraham, le due facce della medaglia che spiegano l'abisso tra Napoli e Roma

    Osimhen e Abraham, le due facce della medaglia che spiegano l'abisso tra Napoli e Roma

    • Andrea Distaso
    "Tammy, ascolta me. Hai visto come si fa (gol)?". Frammenti di un dialogo immaginario ed immaginato (anche se il bellissimo video girato dal collega nigeriano Oma Akatugba è assolutamente vero) tra Victor Osimhen, matador della Roma nella ennesima magica serata all'Olimpico del Napoli di Luciano Spalletti e Tammy Abraham, bomber sempre più in crisi della formazione di José Mourinho, uscita sconfitta dopo 80 minuti di resistenza passiva. Senza nemmeno l'ombra di un tiro nello specchio di porta. Da una parte il volto di una squadra che viaggia e corre a mille all'ora, spinta da una facilità di gioco e da una varietà di soluzioni che hanno riportato in auge pure il "9" nigeriano, a bersaglio consecutivamente nelle ultime tre partite disputate dopo aver superato i postumi dell'infortunio muscolare dello scorso settembre. Dall'altra un giocatore che è il ritratto dell'impotenza e dell'incapacità di giocarsela ad armi pari contro avversari di una certa caratura. E non necessariamente per demeriti propri. 



    DIFFERENZA NETTA - I numeri raccontano spesso la verità e dietro a questi si nascondono anche le ragioni di una differenza di rendimento così netta tra Napoli e Roma, che va certamente oltre quanto abbia offerto lo scontro diretto di ieri sera. 7 i punti di vantaggio della banda Spalletti, che primeggia anche in molte delle statistiche relative al rendimento offensivo di una squadra che viagga ad un ritmo che nei 5 top campionati europei mantiene solo una corazzata come il Manchester City di Guardiola. Primi per reti realizzate (26), tiri scagliati verso la porta avversaria (214) e per passaggi decisivi portati a termine (22); dall'altra della barricata il piatto piange, visto che il numero di gol segnati dai Mourinho-boys è esattamente la metà (13, ottavo attacco del torneo), così come molto distanti rimangono le cifre dei tiri effettuati (159) e degli assist, 8. Statistiche di squadra che riassumono e parzialmente giustificano il perché Osimhen, idealmente punta di diamante della batteria offensiva azzurra, vanti già un bottino di 4 centri in appena 7 apparizioni, mentre l'inglese della Roma viaggi ancora a medie molto lontane da quelle di un grande centravanti: come nella passata stagione, 2 reti in 11 match.

    IL PROBLEMA DEL GOL - Se per entrambi e per ragioni diverse può valere il discorso di non trovarci ancora al cospetto di attaccanti ai quali affidare tutte le fortune dei rispettivi reparti avanzati - Osimhen è stato frenato da una sequenza molto significativa di problemi fisici, mentre Abraham ha dovuto fare i conti con un misto di sfortuna ed imprecisione sotto porta in diversi momenti clou - la grande differenza tra i due rivali/amici sta oggi nella fase offensiva che Napoli e Roma riescono più in generale ad offrire. E volendo allargare lo spettro alle altre squadre di Serie A che occupano le prime posizioni in termini di gol messi a segno, il confronto appare ancora più impietoso per la formazione capitolina. Il rapporto di quest'ultima tra conclusioni nello specchio e gol è di uno ogni 4,3: tremendamente distante dalla media di uno ogni 2,36 della squadra di Spalletti ma anche da quella dell'Inter (uno ogni 2,81) e per non parlare delle due compagini che vantano il miglior tasso di conversione oggi in relazione alle occasioni prodotte. Il Milan di Pioli - secondo miglior attacco della Serie A con 24 gol - ne realizza uno ogni 2,37 tiri in porta, di poco superiore al dato della Lazio di Sarri (23 reti, una ogni 2,39 tiri) e sotto soltanto alla sorprendente Udinese di Sottil, che con un gol ogni 2,2 tentativi si attesta come la squadra più cinica del campionato.

    LE DUE FACCE DELLA MEDAGLIA - Da questi riscontri numerici si evince dopo finiscano meriti e colpe collettivi e dove comincino quelli dei singoli attaccanti. Perché se è vero che il gioco di allenatori come Spalletti, Pioli e Sarri esalti le caratteristiche dei propri stoccatori e quello più speculativo di Mourinho finisce per imbrigliarli maggiormente, emerge poi un dato che pone in evidenza come Osimhen e Abraham siano attualmente le due facce di una medaglia. Nelle 7 partite disputate da inizio stagione, il primo ha collezionato un totale di 32 conclusioni, di cui 9 in porta e con un bottino di 4 gol: uno ogni 2,25 tentativi. L'altro ci ha provato 28 volte in quattro partite in più e con un indice realizzativo di un gol ogni 6,5. Se i numeri un significato ce l'hanno ancora, forse il dialogo immaginario di cui sopra non va nemmeno troppo lontano dalla realtà: ""Tammy, ascolta me. Hai visto come si fa (gol)?".

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