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  • Osimhen è già nella storia del Napoli: la top 10 dei migliori bomber azzurri di sempre

    Osimhen è già nella storia del Napoli: la top 10 dei migliori bomber azzurri di sempre

    • Furio Zara
      Furio Zara
    Per celebrare Victor Osimhen abbiamo provato a vedere dove si piazza il nigeriano nella top 10 dei centravanti con la media-gol migliore nella storia del Napoli. Il risultato, lo vedrete, è sorprendente. Occhio: trattiamo solo i centravanti puri dal dopoguerra ad oggi, quindi - scusate l’affronto - non c’è Maradona (che fa gara a sé, oltre la storia, El Pibe gioca nella leggenda), non c’è Insigne, non c’è Hamsik, non c’è Zola, non c’è Lavezzi. E dunque: 10 bomber, 10 storie.

    10) Bruno Giordano (media gol 0,33, 109 p., 37 gol)    

    Un Cruijff italiano, uno dei due-tre centravanti più abili da un punto di vista prettamente tecnico nella storia del nostro calcio. Tre stagioni a Napoli (1985-1988), score di 10,5,8 gol in campionato: nemmeno tanti, ma tutti di pregevole fattura perché veder giocare Giordano - vederlo duettare con Maradona - era davvero una consolazione per chiunque ami il calcio. Nella sua bacheca napoletana lo scudetto e il titolo di capocannoniere della Coppa Italia (10 gol) nella stagione benedetta, 1986-87.                    

    9) Dries Mertens (media gol 0,37, 397 p., 148 gol)

    Ciro, sì, l’Immortale. Cuore puro amatissimo come pochi altri idoli napoletani. Uno scugnizzo arrivato dal Belgio che prima di trovare il suo posto nel mondo - e nel Napoli - ha dovuto faticare parecchio. Parte come seconda punta, sarà poi Sarri nel 2016-17 a inventarlo centravanti in seguito all’infortunio di Milik. Il tridente Callejon-Mertens-Insigne è una favola. Ciro chiude il campionato-monstre arrivando a 28 reti (ma Dzeko della Roma ne fa una in più). Il vincitore morale però è lui.    

    8) Arkadiusz Milik (media gol 0,39, 122 p., 48 gol)

    Nel 2016 il Napoli prende questo polacco dall’Ajax per 32 milioni di euro. Se i primi due anni sono segnati da infortuni e gol con il contagocce, al terzo - esaltato dagli schemi di Ancelotti - Milik segna 17 gol in campionato. Si ripete nella prima parte della stagione successiva (11 reti), prima di essere ceduto all’O.Marsiglia. E’ entrato nella top 10 per la media-gol assai alta, nonostante le tante assenze.

    7) Josè Altafini (media gol 0,40, 224 p., 89 gol)        

    Dopo aver vinto tutto con il Milan, Josè Altafini arriva a Napoli nel 1965 e vi resterà fino al 1972 quando - pensandolo in declino - viene ceduto alla Juve. Errore fatale: in maglia bianconera José conosce una seconda giovinezza e - segnando un gol decisivo - soffierà al suo vecchio Napoli uno scudetto, diventando per tutti Core ‘Ngrato. I primi tre anni a Napoli sono quelli in doppia cifra, anche perché con Altafini gioca il fuoriclasse dell’epoca: Omar Sivori, detto “El Cabezon”.      

    6) Careca  (media gol 0,43, 221 p., 96 gol)

    La Ma.Gi.Ca., ricordate? Il trio delle meraviglie. Ca come Careca, più Maradona e Giordano: bellezza allo stato puro, tre che toccavano il pallone con una sensualità rarissima. Il miglior centravanti brasiliano degli anni 80 e 90 arriva a Napoli dopo la sbornia del primo scudetto e contribuisce a far vincere (1989-90) il secondo, più Supercoppa e Coppa Uefa. Curiosamente: non ha mai vinto la classifica dei capocannonieri.

    5) Luis Vinicio (media gol 0,45, 154 p., 70 gol)

    O’Lione, per la temerarietà in area di rigore. Un napoletano adottato. Un 9 vecchio stampo, terrificante quando puntava a rete. Nel Napoli dal 1955 al 1960, stagioni di poche soddisfazioni (per la squadra) ma di tanti gol (per questo brasiliano che si era messo in luce nel Botafogo). Nella nostra top 10 è anche l’unico che il Napoli è riuscito ad allenarlo (sfiorando tra l’altro lo scudetto).

    4) Beppe Savoldi (media gol 0,48, 162 p., 77 gol)

    Mister Due Miliardi, idolo del San Paolo negli anni 70. Acquisto folle per l’epoca, era il 1975 quando Savoldi lasciò Bologna e vestì la maglia del Napoli. Tre anni in doppia cifra in campionato (14, 16, 16) e il quarto appena sotto (9): ma bisogna tener conto che allora era una Serie A a 16 squadre e si giocavano 30 partite. Pezzo forte del repertorio: il colpo di testa. Specialità della casa: i rigori, anticipati da un leggero movimento d’anca che ingannava i portieri.

    3) Viktor Osimhen (media gol 0,50, 74 p., 37 gol)

    Devastante. Imprendibile. Una forza della natura. Il Cavaliere Mascherato è la punta di diamante della gioiosa macchina da guerra di Spalletti. Il primo anno (2020-21) per carburare (10 gol in campionato), il secondo (2021-22) per imporsi (14 gol), il terzo - quello attuale - per dimostrare di essere un centravanti di spessore mondiale. Il suo tallone d’Achille: gli infortuni. Nei primi due anni ha saltato 23 partite di campionato (su 76 totali).

    2) Gonzalo Higuain (media gol 0,62 a partita, 146 p., 91 gol)

    Arriva dal Real Madrid nel 2013, sostituendo Cavani nel cuore dei tifosi e in mezzo all’area di rigore, il suo territorio di caccia. 17 gol il primo anno, 18 il secondo (sempre con Benitez in panchina), ma è il terzo (ora c’è Sarri) quello col botto: 36 gol in campionato, il titolo di capocannoniere e il record a futura memoria. Potenza, classe, tiro micidiale, resistenza fisica: in quel periodo Gonzalo è sul podio dei migliori 9 del mondo. L’addio è uno strappo traumatico: va alla Juve per 90 milioni, per Napoli è un traditore.

    1) Edinson Cavani (media gol 0,75 a partita, 138 p., 104 gol)

    Straripante El Matador in versione napoletana: per media-gol il migliore in assoluto nella storia del club. Esempio di dedizione, sacrificio al servizio del talento. Pagato 17 milioni di euro, nei suoi tre anni sul Golfo (2010-2013) Mazzarri lo reinventa centravanti puro (a Palermo giocava più defilato) e l’uruguaiano lo ripaga con gli interessi. Con Hamsik e Lavezzi, forma un trio da favola. Al 3° anno è capocannoniere del campionato con 29 reti, in bacheca c’è una Coppa Italia.

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