Il Palermo è l'unica squadra a non avere ancora vinto in trasferta. C'è riuscito perfino il Cesena - proprio a Palermo -, un'onesta formazione che nell'ultima tranche di stagione bazzicherà la serie A come uno squattrinato in un centro commerciale. Così, giusto per passatempo. Il Cesena non è tristemente a zero in quella casella, eppure ha la metà dei punti del Palermo. Il Novara di gare lontano da casa ne ha vinte due, e di punti in meno ne ha 12. Dimostrazione matematica che le statistiche, talvolta, vengono soffiate dal vento della retorica prima che il vento stesso se le porti via.

Nel corso dei mesi sul gruppo rosanero se ne sono dette di tutti i colori per demonizzare il tabù: maglia nera europea, mortificazione per i giocatori, dileggio per i tifosi, anche a causa dei cuginastri del Catania che hanno sei punti in più (ma questa è un'altra storia, triste). Questo circolo di mediocrità - in trasferta solo cinque pareggi e ben nove sconfitte - sta diventando una sorta di tiro al piccione. In fondo, però, ci sembra una battaglia contro i mulini a vento: il Palermo ha 36 punti ed è salvo con largo anticipo per via dell'assicurazione a vincere al 'Barbera'. Oddio, negli ultimi tempi non è esattamente così, ma la sostanza è quella.

Dunque perché affannarsi tanto? Non vale nemmeno la pena di dissipare energie mentali solo per cancellare dagli almanacchi l'onta di un futuro da 'zero vittorie fuori casa'. Chissenefrega. Ci sono cose più importanti nel calcio, ad esempio pensare a costruire un futuro migliore, al di là delle statistiche. Il Palermo sta vivacchiando come mai aveva fatto da quando è tornato in serie A. Gli errori si sono accumulati come una pila di cuscini, su cui paradossalmente si possono dormire sonni tranquilli. Chi fa veglia forzata, invece, sono Cesena e Novara (e magari anche il Lecce). E pensare che loro in trasferta hanno pure vinto.