Calciomercato.com

  • Pallavicino racconta un Agnelli inedito: 'Voleva a tutti i costi Savicevic, non gradì la maxi-squalifica al granata Bruno. E su Baggio e Donadoni...'

    Pallavicino racconta un Agnelli inedito: 'Voleva a tutti i costi Savicevic, non gradì la maxi-squalifica al granata Bruno. E su Baggio e Donadoni...'

    • Gianluca Minchiotti
    Cento anni fa nasceva Gianni Agnelli, uomo simbolo dell'imprenditoria italiana e personaggio a 360°, fra vita mondana, sport e moda. Nel calcio, Agnelli è sinonimo di Juventus, ma non solo: perché la passione dell'Avvocato erano i grandi calciatori, così come le belle donne, le automobili e le barche a vela. Se poi il fuoriclasse vestiva anche la maglia bianconera, meglio ancora. Di Agnelli si è detto e scritto di tutto, noi vi raccontiamo un particolare inedito: com'era Agnelli quando incontrava un procuratore di calciatori. Ce lo racconta in questa intervista Carlo Pallavicino, storico agente di grandi calciatori (con Giovanni Branchini portò Ronaldo all'Inter) e da 25 anni editore di calciomercato.com.

    Com'era incontrare Agnelli?
    "Mi ricordo un'occasione in particolare. Novembre 1991, volevo proporgli un progetto rivoluzionario legato alla tv satellitare, ReteJuve, un'idea ante litteram di canale tematico in cui trasmettere le partite di una squadra, quella bianconera, all'interno del circuito dei club di tifosi. A quei tempi i diritti tv erano collettivi, le pay tv non esistevano ancora e la Rai trasmetteva ogni domenica un tempo di una partita di Serie A alle 19. Il contesto era questo".

    E come andò?
    "Entrai nel suo studio, all'ultimo piano dello stabile in Corso Marconi a Torino. Uno studio lunghissimo, la scrivania di Agnelli quando entrai mi sembrò lontanissima. E io ero lì con la mia brochure del progetto tv sotto il braccio".

    Una scena da mega direttore galattico insomma. E cosa accadde?
    "Accadde che si parlò solo di calcio e soprattutto di calciatori". 

    Fuori i nomi!
    "Partiamo da Hamrin, per il quale l'Avvocato aveva un debole, ma al quale dovette rinunciare quando arrivò Sivori. Hamrin era un suo rimpianto".

    Altri rimpianti?
    "Uno, soprattutto: Donadoni. Agnelli stravedeva per lui, era il suo più grande cruccio. Nel 1986 Berlusconi con un'offerta irrinunciabile aveva sconfitto Boniperti nel duello di mercato e aveva portato Donadoni dall'Atalanta al Milan. Ma non è l'unico campione finito in rossonero che Agnelli avrebbe voluto...". 

    Un altro nome?
    "Savicevic. In quell'incontro nel suo ufficio, Agnelli mi disse: 'Se va via dalla Stella Rossa lo prendo, è il più forte'. Pochi mesi dopo però il montenegrino passò dalla Stella Rossa al Milan. Lui sapeva che i rossoneri lo volevano, ma sperava di riuscire a portarlo a Torino, per affiancarlo a Baggio".

    Già, Baggio. A novembre 1991 il Codino era all'inizio della sua seconda stagione alla Juve, e la prima non era andata benissimo, con Montezemolo sul ponte di comando e Maifredi in panchina, tanto che era arrivata la restaurazione con il ritorno di Boniperti e Trapattoni...
    "Sappiamo dell'affetto e della stima che Agnelli aveva per Montezemolo, ed era dispiaciuto che alla Juve avesse fallito, ma in quell'occasione mi disse: 'La Juve non può permettersi esperimenti' (ndr: a Pirlo fischieranno le orecchie). Di Baggio mi disse: 'E' fenomenale, con Trapattoni si esprimerà al meglio'".

    E infatti con il Trap come allenatore Baggio vinse il Pallone d'Oro. E di Boniperti, parlaste?
    "A un certo punto Boniperti telefonò, proprio mentre ero seduto davanti ad Agnelli, per dirgli che Pasquale Bruno, difensore del Torino ed ex Juve, era stato squalificato per otto giornate a causa dell'espulsione rimediata nel derby per una gomitata a Casiraghi e un tentativo di aggressione all'arbitro".

    E Agnelli come reagì?
    "Era dispiaciuto, disse che era una punizione 'troppo dura'. Gli dispiaceva soprattutto per il Torino. Da torinese, l'Avvocato aveva un grande rispetto per i granata".

    Per concludere, non ci ha detto come andò a finire con l'idea del canale televisivo...
    "Dopo un'ora e mezza trascorsa a parlare di calciatori e senza aver guardato la brochure, Agnelli mi disse: 'La porti a Boniperti'. Gliela portai e il presidente della Juve commentò: 'Ma questo ce l'abbiamo già'. Non era vero, ma finì lì...". 

    Altre Notizie