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  • Perin salva Allegri a Firenze, ma la Juve resta una squadra povera

    Perin salva Allegri a Firenze, ma la Juve resta una squadra povera

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    La Juve non è ancora una povera squadra (ma giocando come a Firenze e, prima a Genova, lo diventerà presto), ma una squadra povera. Contro la Fiorentina l’ha salvata Perin che, alla fine del primo tempo, ha deviato sul palo un rigore di Jovic e poi, a partita quasi archiviata (87’), ha messo in angolo un pallone di Amrabat destinato all’incrocio dei pali. 

    Allegri ha sudato freddo, ma i problemi se li è creati da solo. Giusto far riposare Vlahovic per Milik, tra l’altro autore del gol del vantaggio. Sbagliato schierare Locatelli e McKennie (assolutamente impresentabili) e, soprattutto, mettere in campo, a partita in corso, l’impalpabile Kean, ovvero un attaccante che perde le poche palle che gli danno. Pensare che la Juve l’ha ricomprato a 35 milioni mette tristezza e inquietudine

    Quanto a Di Maria e Paredes, assolutamente deludenti, vanno dette due cose: il primo non è in forma dopo l’infortunio con il Sassuolo, il secondo non è in forma perché nel Paris Saint Germain praticamente non ha mai giocato. 

    L’unico reparto che ha tenuto è stata la difesa con Danilo su tutti: ha fatto prima il centrale in una difesa a quattro (Bremer il suo alter ego con Cuadrado e Alex Sandro sugli esterni), poi l’esterno di sinistra al posto di Alex Sandro, infine il centrale di sinistra quando, con Bonucci in campo, Allegri ha optato per la difesa a tre, cinque centrocampisti (De Sciglio e McKennie a fare i quinti, Miretti, Locatelli e Fagioli) e due punte (si fa per dire) ovvero Milik e Kean.

    Discorso a parte merita Perin. Chiamato a sostituire per la terza volta Szczesny, ha perso la sua personale imbattibilità in campionato, ma ha salvato i compagni con due prodezze. Forse è stato sottovalutato, forse Allegri ha avuto la capacità di motivarlo anche quando non giocava, fatto sta che Perin oggi vale il collega polacco, se non, addirittura, qualcosina in più.

    La Fiorentina ha buttato via due punti. Questa volta Italiano non solo non ha fatto il turnover, ma ha impartito una lezione di calcio al più esperto collega. Non ha vinto perché il calcio spesso è una lotteria con numeri adulterati, però avrebbe meritato non solo per il numero di occasioni create. La Fiorentina ha comandato il gioco, tenuto il campo, accerchiato la Juve che ha tirato, si fa per dire, una sola volta in porta. 

    Milik, da grande bomber quale ancora è, ha segnato con il bacino mentre si stava inginocchiando sulla conclusione di Kostic. Era il 9’ e sia prima sia dopo la Juve ha guardato la partita senza partecipare mai, se non per la fase difensiva.

    Così abbiamo assistito ad un salvataggio di Bremer su diagonale, da dentro l’area, di Maleh. Poi ad un tiro di Dodò parato da Perin, infine al gol del pareggio dei viola. Dire che la Juve abbia peccato sia dal punto di vista tattico (calcio d’angolo a proprio favore) che tecnico (palla bucata da Di Maria a centrocampo sul rinvio di Terracciano) è poco. Sottil, infatti, ha lanciato Kouamé a destra, il ragazzo ha fatto furoi Alex Sandro e ha battuto sul primo palo, infilzando Perin

    A quel punto la Juve, già poco presente, è scomparsa del tutto. Tranne, naturalmente, per l’attività difensiva. Paredes, prima ha perso per presunzione una palla al limite dell’area, commettendo il successivo fallo (punizione di Sottil respinta dalla barriera), poi ha colpito con l’avambraccio destro, un cross di Sottil. In un primo tempo, l’arbitro Doveri, ha lasciato correre perché non aveva visto l’intervento. Poi, richiamato dal Var, ha concesso un ineccepibile rigore. Jovic ha tirato alla destra di Perin che ha deviato sul palo. La palla è corsa lungo la linea di porta prima di tornare in possesso della difesa juventina.

    Scampato pericolo, scampata vittoria. La Fiorentina, più viva e più aggressiva (4-3-3 con sistematico pressing alto) ha asfissiato la Juve con tanti cross, ma Bremer, Danilo e Perin hanno svettato. Così, dopo aver avvicendato Di Maria con De Sciglio (Cuadrado esterno alto), è toccato ad Italiano sostituire Milenkovic (problemino fisico) con Martinez Quarta (53’) e poi Maleh con Mandragora e Kouamé con Ikoné (62’). 

    Nella Juventus finalmente è entrato Miretti, ma non per McKennie o Locatelli. E’ uscito infatti Kostic, mentre Kean ha preso il posto di Cuadrado.

    Comunque si è continuato a giocare nella metacampo bianconera, senza però che la Fiorentina, oltre a tenere la palla, costruisse veri pericoli, anche perché la difesa della Juve era un bunker. A scardinarlo ci ha provato Amrabat, ma Perin ha risposto alla grande.

    Chi si accontenta gode e Allegri si accontenta. Ma così non farà tanta strada. E, soprattutto, avrà sempre più tifosi contro.



    IL TABELLINO

    Fiorentina-Juventus 1-1 (primo tempo 1-1)

     
    Marcatori: 9’ p.t. Milik (J), 29’ p.t. Koaume (F)
     
    Assist: 9’ p.t. Kostic (J), 29’ p.t Sottil (F)
     
    FIORENTINA (4-3-3): Terracciano; Dodo, Milenkovic (9’s.t. M.Quarta), Igor, Biraghi; Maleh (17’s.t. Mandragora), Amrabat, Barak (34’s.t. Zurkowski); Kouame (18’ s.t. Ikone), Jovic (34’s.t. Cabral), Sottil. All.Italiano
     
    JUVENTUS (4-3-3): Perin; Cuadrado (19’s.t. Miretti), Bremer, Danilo, Alex Sandro (33’ s.t. Bonucci); McKennie, Paredes (38’s.t. Fagioli), Locatelli; Di Maria (1’ p.t. De Sciglio), Milik, Kostic (20’s.t. Kean). All.: Allegri.
    .
     
    Arbitro: Doveri
     
    Ammoniti: 15’ p.t. Amrabat (F), 33’ p.t Alex Sandro (J), 7’ s.t. Locatelli (J), 8’ s.t. Danilo (J)

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