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  • Pioli come Gattuso, il suo Milan è squadra nonostante la società. Gazidis avrà imparato qualcosa?

    Pioli come Gattuso, il suo Milan è squadra nonostante la società. Gazidis avrà imparato qualcosa?

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    Se pensiamo all’ultima partita prima della lunga sosta e a come abbiamo ritrovato il Milan sembrano davvero due squadre diverse. E la metafomorfosi stupisce ancora di più se si pensa che in questi 3 mesi di stop è stata praticamente annunciata e addirittura dettagliata l’imminente ed ennesima rivoluzione tecnica e societaria.

    Buona parte dei giocatori, dei dirigenti e degli allenatori saluteranno a fine stagione, eppure la prova di professionalità che stanno dando Pioli e i suoi ragazzi è davvero encomiabile. Già contro la Juve in Coppa Italia si era visto un ottimo spirito, sensazione confermata dalle prime due uscite in campionato. 2 vittorie e un pareggio, 6 gol all’attivo e praticamente zero gol subiti, se eccettuiamo il fantasioso rigore di Lecce. Aggiungerei le zero occasioni prodotte dagli attacchi di Roma e Lecce a testimonianza di una ritrovata solidità difensiva.

    Il segreto nasce dalla compattezza del gruppo nata paradossalmente proprio dai nuovi progetti di smobilitazione generale
    da parte del club. Pioli non c’è stato e non ci sta a passare per un allenatore scarso e perdente, il classico traghettatore. E ha trasferito questo moto di orgoglio alla squadra che lotta unita come non aveva mai fatto in questa stagione.

    La sensazione di solidità che traspare da queste 3 partite post pandemia ricorda molto il Milan di Gattuso. E la cosa incredibile è che in queste 3 partite mancava pure Ibra che non si sa ancora quando e se rientrerà. Ancora una volta però, sono venuti fuori i valori e lo spirito della giovane vecchia guardia.

    I microfoni a bordo campo in assenza del pubblico ci hanno fatto capire quanto sia leader Donnarumma tra i pali, davvero impressionante per un ragazzo del 99. Oltre a lui i soliti Romagnoli, Bonaventura e Calhanoglu. Il turco è stato forse il migliore di questo “riavvio” di campionato e non è un caso perché si gioca mediamente sotto ritmo e lui sotto ritmo può esaltare le proprie caratteristiche. In generale dobbiamo dire che il ritmo del secondo tempo di Torino, di Lecce e quello di ieri a S. Siro hanno aiutato il Milan che si è trovato a suo agio come non mai in questa stagione. Ma questo non deve togliere meriti al lavoro di Pioli che sta stupendo davvero tutti.

    A proposito di sorprese dopo aver rivisto a Lecce un Leao concentrato, contro la Roma abbiamo rivisto un buon Paquetà e anche di questo bisogna rendere merito al tecnico. Adesso il Milan si trova in zona Europa League ma deve continuare a vivere questo finale di stagione senza guardare troppo la classifica.

    In fondo queste partite devono servire di lezione per chi resterá l’anno prossimo. E non ci riferiamo solo ai giocatori, ma anche ai dirigenti, in particolare a Gazidis, sperando che una volta per tutte capisca che compattezza del gruppo, coerenza delle scelte e chiarezza nei progetti contano più di tante altre cose. Speriamo che si faccia definitivamente tesoro degli errori commessi e che questo epilogo di stagione segni finalmente l’inizio di un nuovo vecchio Milan. Un po’ come fu il primo Milan di Capello prima dell’avvento di Arrigo Sacchi, per intenderci quello che conquistò la qualificazione in Uefa nello spareggio contro la Sampdoria.
     

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