Premier, paradosso Liverpool: bilancio da retrocessione ma Rodgers resta....
"O fa bene o fa male, non conosce le mezze misure". Gli adetti ai lavori parlavano così di Brendan Rodgers, quando è stato scelto dal Liverpool per ereditare la panchina lasciata libera da Dalglish. L'ex tecnico dell'academy del Chelsea (ai tempi di Mourinho) dopo l'ottima esperienza alla guida dello Swansea era considerato l'uomo giusto per rialzare le sorti dei Reds, che dopo gli anni con Benitez hanno raccolto solo delusioni, ma per il momento è riuscito solo a peggiorare le cose. Il Liverpool non ha un gioco, in difesa fa acqua da tutte le parti, in attacco è Suarez dipendente e in classifica è lontano solo sei punti dalla zona retrocessione.
In questo inzio di stagione il Liverpool, tra campionato e coppe, non è riuscito a prendere gol solo in 4 occasioni su 17, ha perso cinque partite e ne ha vinte solo sei. Se non segna Suarez sono guai, senza l'infortunato Borini, Rodgers ha scaricato Carroll preferendogli i giovani Sterling e Suso e l'oggetto misterioso Assaidi. Scelte che non stanno pagando, come quella di rinnovare il contratto a Skrtel fino al 2016, nonostante il difensore slovacco sia l'anello debole del reparto. Già fuori dalla Coppa di Lega, il Liverpool nei prossimi due mesi si giocherà tutto in campionato e in Europa League. A gennaio arriveranno rinforzi dal mercato, Rodgers però potrebbe non esserci più.