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  • Preziosi: 'Serve buon senso, Genoa-Torino non si può giocare. Spero che resti un caso isolato, altrimenti...'

    Preziosi: 'Serve buon senso, Genoa-Torino non si può giocare. Spero che resti un caso isolato, altrimenti...'

    Intervistato dalla Gazzetta dello Sport il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, è tornato a parlare della positività al Covid dei 14 tesserati del club ligure auspicando buon senso nel rimandare la prossima partita contro il Torino.

    MORTIFICATO - "Mi sento un po’ mortificato. Ditemi, chi mai se lo sarebbe aspettato? Siamo sempre stati attenti e scrupolosi nell’applicazione delle norme, non avevamo avuto alcuna positività, e adesso sta succedendo tutto questo. È qualcosa che ci fa pensare, ma il mio primo pensiero, e ciò che ora più di ogni altro aspetto mi sta a cuore, è che i giocatori del Genoa restino asintomatici e che nessuno abbia conseguenze, così come è successo e accade per tante persone, siano sportivi e non. Bisogna continuare a fare controlli, applicando il protocollo sanitario. Adesso si deve osservare la quarantena, ed è ciò che stiamo facendo e faremo.

    SPERANZA -
    "Spero che quanto accaduto rimanga un episodio limitato a noi. La mia preoccupazione è che se invece dovesse estendersi ad altri prenderebbe ovviamente tutto una forma diversa. Noi abbiamo dieci giocatori positivi, ma casi isolati si erano già verificati pure in altre società. Purtroppo questa vicenda ci insegna che pure gli atleti, nonostante controlli scrupolosi e la massima attenzione a livello sanitario, possono contrarre il virus".

    NON SI PUO' GIOCARE - "Sappiamo che sopra ogni cosa esiste la regola del buon senso e che in queste condizioni la partita non si può giocare. Anche perché ai più sinora è sfuggito un aspetto che reputo invece fondamentale: a parte l’elevato numero di giocatori del Genoa positivi, noi non possiamo neppure allenarci con quanti sono invece negativi. Vedremo poi di trovare una data del recupero che possa stare bene a tutti».

    OLTRE IL PROTOCOLLO - "Non credo proprio che si possa parlare di una cosa del genere. Qui stiamo facendo riferimento ad un fatto straordinario, con quattordici tesserati, di cui dieci giocatori, che sono positivi. Andiamo oltre quello che può essere previsto da un protocollo. Intendo dire che se pure fossimo in Germania, e faccio un esempio a caso, questa partita non si potrebbe giocare, perché sarebbe impossibile sostituire dieci giocatori di cui nove sono titolari. Per evitare di correre rischi forse bisognerebbe giocare in un monastero e non uscire mai..."

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