
Qatar, i Top e Flop che fanno le valigie: Kostic soldato esemplare, Onana ingiustificabile, Lukaku da videogioco

KOSTIC (Serbia/Juventus) 6,5: ‘ciao ciao’ a Filip, che se ne va dopo aver confermato il suo notevole stato di forma, raggiunto nell’ultimo squarcio di campionato. Intesa fantastica con Tadic, al di là dei problemi di equilibrio di questa Serbia. Un vero peccato non poterli ammirare ancora su quella fascia, è stato uno spettacolo durato solo due giornate (Kostic non ha giocato la prima col Brasile).

LOZANO (Messico/Napoli) 6,3: ‘ciao ciao’ al Chucky, e con lui al Messico che forse non meritava di essere buttato fuori così presto. Gli è mancato solo il gol, le prestazioni ci sono state sempre, non è mai andato sotto la sufficienza. Degli uomini di Spalletti in Qatar è stato il migliore finora.

VLAHOVIC (Serbia/Juventus) 6,2: ‘ciao ciao’ a Dusan che ha avuto tutti contro, compreso nei fatti il suo ct. Evidentemente gli preferisce altro. Ne gioca titolare una su tre, e segna al primo pallone toccato contro gli elvetici. Ma questo a Stojkovic non basta: lo toglie per Jovic al 55’ della decisiva Serbia-Svizzera, e così completa la frittata. Con Giroud, Dusan è l’unico 9 ‘italiano’ che ha segnato in Qatar. Al check-in si presenta a testa alta.

DE KETELAERE (Belgio/Milan) 5: ‘ciao ciao’ a Charles, che ha sfruttato i Mondiali come peggio non si poteva. Ha dalla sua il poco tempo a disposizione concessogli da un Martinez veramente troppo confuso, ma chiediamoci anche il perché di questo scarso minutaggio in una nazionale che si sente così ‘vecchia’, e parliamo anche di come è entrato in campo quell’unica volta…

LUKAKU (Belgio/Inter) 4,7: ‘ciao ciao’ a Big Rom, che si è mangiato talmente tanti gol in Croazia-Belgio da superare le peggiori previsioni comiche dei suoi tanti detrattori. Qualcuno, per alleggerire la situazione, potrebbe farci sopra un videogioco stupido: Lukaku che sbaglia gol davanti alla porta, scegli con quale parte del corpo.

ONANA (Camerun/Inter) 4: ‘ciao ciao’ a Onana, panterone orgoglioso fra Leoni indomabili. Nemo propheta del bel gioco in patria, soprattutto nel Camerun del ct Song. Dopo un esordio in Qatar da 6,5 la sua valutazione è crollata dopo la stucchevole (e forse pretestuosa) querelle tattica sull’interpretazione del ruolo che ricopre. Da paladino della modernità ha messo davanti al suo Paese più che un ideale il suo gusto personale, sollevando un polverone inutile e di pura arroganza fra sé e lo staff.