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  • Rakitic avverte il Barcellona: 'Decido io il mio futuro, non sono un sacco di patate'. Milan e Juve pronte all'assalto

    Rakitic avverte il Barcellona: 'Decido io il mio futuro, non sono un sacco di patate'. Milan e Juve pronte all'assalto

    Il centrocampista del Barcellona Ivan Rakitic, già obiettivo storico di mercato di Inter, Milan e Juventus che sia la scorsa estate che lo scorso inverno hanno provato ad acquistare il croato, si è raccontato in una lunga intervista esclusiva a Mundo Deportivo in cui ha parlato apertamente del suo futuro mettendo in guardia il club catalano e le squadre che lo stanno cercando.

    LA QUARANTENA - "La verità è che andiamo molto d'accordo. Nonostante siano passati parecchi giorni, sono siventati abbastanza brevi giocando molto con le mie figlie, facendo i compiti, mangiando, andando in palestra... e trascorrendo del tempo con mia moglie mentre fanno un pisolino. Me la sono goduta, ma speriamo che questa situazione in cui ci troviamo possa essere risolta presto".

    ALLENAMENTI - "Allenarmi in casa? Dipende può essere un'ora e un quarto o un'ora e mezza. I giorni più o meno normali sono con allenamenti di circa 45 minuti, a seconda di come sono impostati. Sto variando: corro in giardino, sul tapis roulant, faccio core, pesi... faccio ciò da cui posso trarre vantaggio e facendo gli esercizi che Antonio, il preparatore atletico, ci invia".

    IL BARCELLONA - "A dire il vero il mio nome è legato al mercato non solo in questa pausa ma già da due anni (ride). Come ho sempre detto, il Barcellona è il posto perfetto per me. Quello che voglio è divertirmi e aiutare la squadra. Ho avuto una prima parte della stagione molto strana, molto scomoda e sorprendente per me, ma da lì ha imparato diverse cose e sono migliorato. A volte accadono cose che non capisci, ma dovresti solo accettarle". 

    FUTURO - "Spero di poter concludere questo anno di contratto a Barcellona. Se non potrà essere così, ne parlermo, ma ora la cosa più importante è essere in cima e finire la stagione nel miglior modo possibile. La mia idea è quella di concludere quel contratto. Se sono stato messo in panchina perché ho detto no a una cessione? Potrebbe essere di sì, potrebbe essere di no, ma ho sempre voluto andare dritto. Se avessero voluto che fossi andato in un'altra squadra, non importa dove, mi sarebbe piaciuto che me l'avessero detto in faccia. 

    IL SIVIGLIA - "Ho un affetto speciale per Siviglia, ma direttamente con la città, dato che ho la mia famiglia lì. Ho sempre detto che sarebbe stato un grande sogno indossare di nuovo quella maglietta, lo sanno tutti, ma non è una mia decisione. Monchi e tutti a Siviglia hanno il mio numero di telefono, non mi hanno ancora chiamato, Monchi neanche per il mio compleanno (ride ndr.)".

    SACCO DI PATATE - "Tutti quelli che mi conoscono sanno che, ovunque io vada, non lo faccio per allenarmi, io voglio sempre vincere. Questo non cambierà mai. Mi vedo al meglio, per dare il massimo. Mi sento meglio che mai e mi vedo competere ai massimi livelli per i prossimi tre o quattro anni. Cessione per il coronavirus? Capisco la situazione, ma non sono un sacco di patate con cui fare qualcosa. Voglio essere in un posto dove sono amato, rispettato e dove sia io che la mia famiglia possiamo star bene. Se sarà qui al Barcellona sarò felice, in caso contrario, il dove lo deciderò io".

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