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  • Ranieri e il coronavirus: 'Rasserenato dai miei calciatori, o ripartiamo tutti o nessuno! Sugli stipendi e il futuro...'

    Ranieri e il coronavirus: 'Rasserenato dai miei calciatori, o ripartiamo tutti o nessuno! Sugli stipendi e il futuro...'

    Claudio Ranieri, tecnico della Sampdoria, ha concesso un'intervista concessa a La Repubblica: "Sto bene, fortunatamente. Nessun problema con il coronavirus. La domanda un po’ mi fa sorridere: sa perché? Un tempo lo si chiedeva per educazione, approccio a volte retorico, ora, con la tragedia che stiamo vivendo, è un interrogativo fondamentale".

    POSITIVI ALLA SAMP - "Paura? No. Preoccupazione. Doverosa. Di fronte a una malattia invisibile, che non sai come combattere. La mia società ha deciso di essere trasparente, chissà se siamo stati realmente i più colpiti, ma un po’ di ansia era inevitabile. Mi sono tranquillizzato sentendo la voce serena dei miei giocatori e i loro racconti. Tutti con poca febbre e nessun danno alle vie respiratorie".

    RIPRESA - "Pronti? Calma. Il governo può dire ricominciamo o no, ma spetta ai medici deciderlo. Si è capito che questo virus può dare complicazioni al cuore: prima di tornare ad allenarsi, vale per la Samp e per tutte le squadre, è dovere dei medici ridare ad ogni atleta l’idoneità completa. Non solo una visita generale, ma approfonditi controlli cardiaci. Con la salute non si scherza".

    TORNARE IN CAMPO - "Prematuro. Ha fatto bene il presidente Conte a emanare quel decreto sul divieto agli sportivi professionisti, in modo da togliere idee strane. Di fronte alle migliaia di morti, in questo momento i giocatori hanno un solo dovere: stare a casa. Non basta applaudire medici e infermieri, chiamarli eroi. Aiutiamoli per davvero".

    PRESIDENTI DIVISI - "Io sono cresciuto con il pallone, frequento questo mondo da 50 anni. Mai direi no a una partita. Ma in un’emergenza come questa bisogna essere seri. Non entro nella polemica, dico cosa dobbiamo aspettarci alla ripresa: chi è stato colpito dal virus, durante i primi allenamenti si sentirà fiacco. Come ha detto il mio presidente Ferrero, un giocatore non è una macchina che si spegne e si riaccende, prima di tornare a giocare ci vorranno settimane di preparazione. Sarà peggio di un ritiro estivo, perché c’è l’aggravante, per chi è stato contagiato, della malattia. E prima del campo, insisto: massima sicurezza. Poi, dopo il via libera, starà all’allenatore e allo staff capire chi può reggere una gara e chi no. Tra l’altro si ipotizzano 3 partite a settimana, tutte a pieno regime. Cosa già difficile prima che arrivasse il coronavirus".

    O TUTTI O NESSUNO - "Serie A finita per quest'anno? Non ho detto questo, non lo so. Giudico la realtà: l’Italia è sommersa come se fossimo in guerra. Gli ospedali delle grandi città in ginocchio: pensi quelli di provincia o se il dramma del Nord fosse capitato al Sud, con strutture meno idonee e ricettive. Senza contare che le trasferte sono viaggi e in Italia non ci sono più zone franche. Quando luoghi e alberghi saranno sicuri? Si parla di gare in campo neutro, escludendo qualche regione. Non sono d’accordo: o si riprende tutti o nessuno".

    PORTE CHIUSE - "Non è calcio, è la sua morte, ma se è l’unica via l’accetteremo. Non ora però: ficchiamocelo in testa, a fine partita il sistema immunitario di un calciatore si abbatte. Con una gara ogni tre giorni il quadro può essere devastante".

    QUARANTENA - "La passo in casa, nel centro di Genova, con mia moglie Rosanna. Non esco dal 10 marzo, quando sono rientrato dall’ultimo allenamento. Tranquilli, non faccio jogging. Sorrido quando in tv vedo gente che corre nei parchi. Siamo diventati un popolo di maratoneti. Non si può e basta, smettiamola di complicare il lavoro di chi ci deve curare".

    RIDUZIONE STIPENDI - "Credo che i calciatori non si siano mai tirati indietro, la Sampdoria ha fatto un’importante donazione al San Martino, ospedale in prima linea. Siamo gente seria, se c’è da contribuire a un Fondo di Solidarietà per tutelare i calciatori di C e D io sarò il primo. Non sono avido. Ma ora ogni tesi è teoria, la situazione è troppo nebulosa. Per esempio: le tv pagheranno tutti i diritti o una parte?".

    FUTURO - "Se resterò? Sicuro. Empatia totale con l’ambiente e un anno di contratto. Sempre che il presidente sia d’accordo".

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