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  • Retroscena Belotti, Petrachi: 'Voleva il Milan dei cinesi, le vere cifre. Cairo non se la sentì'

    Retroscena Belotti, Petrachi: 'Voleva il Milan dei cinesi, le vere cifre. Cairo non se la sentì'

    • Redazione CM
    Andrea Belotti poteva essere del Milan. I tifosi rossoneri ricordano quando nel 2017, sotto la gestione cinese del presidente Yonghong Li, il club meneghino era arrivato a un passo dal Gallo, all'epoca capitano del Torino. L'affare non andò in porto, con il Diavolo che chiuse il mercato Nikola Kalinic e André Silva a guidare un attacco completato da Fabio Borini e Patrick Cutrone.

    PETRACHI RACCONTA - Ma come andarono le cose e perché la trattativa tra Milan e Toro non andò a buon fine? Gianluca Petrachi, ex direttore sportivo dei granata, racconta a Numero Diez i dubbi sull'operazione che hanno portato il presidente Urbano Cairo a dire il fatidico 'no': "Il presidente ebbe la brillante idea di mettergli una nuova rescissoria a 100 milioni in uscita. Questo perché sa fare marketing e vendere il proprio prodotto. Per Belotti il Milan si presentò in maniera consistente. Quello era il Milan dei cinesi, quindi non c’erano garanzie economiche. La formula sarebbe stata un prestito con obbligo di riscatto, ma il pagamento veniva posticipato nei 4/5 anni successivi. Quindi, nell’operazione da 55 milioni, avresti visto solo una parte dei soldi, gli altri negli anni successivi. In quel momento evidentemente il presidente non se l’è sentita, però c’è da dire che il giocatore voleva andare. Quindi da lì si innescano dei meccanismi che non fanno bene né al calciatore, né al club. Al Milan, Belotti avrebbe quadruplicato il suo ingaggio. Noi glielo sistemammo, ma non avremmo mai potuto raggiungere le cifre del Milan...".

    E ORA? - Belotti rimase al Torino fino alla scadenza del contratto, per poi passare alla Roma. Ora il suo futuro è ancora in discussione, non c'è più il Milan sulle sue tracce ma nelle ultime ore si era paventata la possibilità di uno scambio con la Fiorentina che avrebbe potuto portare il Gallo in viola e Jonathan Ikoné nella Capitale. Operazione tramontata, soprattutto per l'ingaggio da 2,5 milioni di euro dell'attaccante giallorosso.

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