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  • Lucho-Aimar-Saviola: amarcord River

    Lucho-Aimar-Saviola: amarcord River

    • Mattia Carapelli
    L'Argentina è ufficialmente pronta a sfidare il Brasile per il monopolio della saudade.  I carioca sono ormai famigerati per questa sorta di malinconia, connessa ad una mancanza nostalgica del passato, della terra natia. Ma come definire altrimenti la politica amarcord dei club argentini negli ultimi tempi? 

    EL JUGADOR DEL PUEBLO - Tevez al Boca Juniors, certo. Un revival sognato da tutti, dal giocatore in primis. "Non mi importa chi metterà i soldi, io voglio che Carlos giochi nel Boca" aveva detto il presidente Angelici ad aprile. Desiderio esaudito: 5 milioni nelle casse della Juventus più Guido Vadalà. Il giocatore del popolo è pronto a far gridare La Bombonera ancora una volta. 

    LOS MILLONARIOS - Il River Plate non è da meno, anzi. Il mercato del club di Rodolfo D'Onofrio è incentrato quasi esclusivamente sui vecchi amori mai dimenticati. Pensiamo a Fernando Cavenaghi, tornato a vestire biancorosso lo scorso gennaio per la terza volta in carriera, dopo aver segnato 55 gol in 88 presenze dal 2001 al 2004 con i Milionari.  Strada più tortuosa, quella di Saviola. L'ex di Barcellona e Benfica torna al River dopo 14 anni in cui ha conquistato mezza Europa (non i tifosi dell'Hellas Verona, questo è certo). "Mi sento amato come quando me ne andai" ha detto El Conejo, che dovrà attendere il 30 giugno per allenarsi di nuovo con la vecchia squadra. E poi Pablo Aimar, accolto al Monumental dopo la brutta esperienza in Malesia. El Payaso ha vinto tutto con la maglia degli argentini dal 1995 al 2001: ciliegina sulla torta, la Libertadores del '96. 

    COMANDANTE - E non è finita qui. E' di poche ore fa la notizia di una trattativa del River Plate per riportare a casa Lucho Gonzàlez. Queste le parole dell'allenatore Marcelo Gallardo: "Ho parlato con lui e ha molta voglia di unirsi a Saviola, Aimar e agli altri ragazzi". El Comandante tornerebbe dopo 10 anni trascorsi tra Porto, Marsiglia e Al-Rayyan.  Certi amori... Non chiamatela saudade, ma le somiglia molto. 
     

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