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  • Rivera: 'Italia-Germania, sapevo come sarebbe finita. La staffetta una scelta politica, l'intervallo col Brasile...'

    Rivera: 'Italia-Germania, sapevo come sarebbe finita. La staffetta una scelta politica, l'intervallo col Brasile...'

    A 50 anni dalla partita entrata di diritto nella storia del calcio mondiale - tanto da essere definito il match del secolo e avere una stele che la ricorda davanti allo stadio Azteca di Città del Messico - Italia-Germania 4-3 rivive nelle parole a Repubblica di Gianni Rivera, l'uomo che realizzò il gol decisivo ai supplementari in quell'incredibile semifinale di Coppa Rimet. "La staffetta (con Mazzola, ndr) era una scelta politica, non calcistica. Quanto al Pallone d’oro, l’ho vinto perché avevo accanto gente come Trapattoni, Lodetti, Sormani, Prati", dichiara.

    Sulla Germania: "Una delle squadre forti di quel Mondiale e ci capitò tra i piedi. Qualcuno di loro era di molto superiore alla media, ma, siccome non erano tempi di rivoluzioni tattiche, i tedeschi giocavano sempre da tedeschi, e gli italiani da italiani".

    Sulla preparazione della partita: "Ovviamente io già sapevo, perché era una sceneggiatura scritta in anticipo, cosa mi sarebbe capitato...Tutti noi sapevamo cosa fare, dove e quando. Albertosi compreso, che all’epoca doveva stare in porta perché così funzionava, anche se a lui piaceva giocare con i piedi, solo che era nato nel momento storico sbagliato".

    Sulla gestione di Valcareggi: "Era sempre difficile per me attendere in panchina, soprattutto perché non avevo scelta. Ero parte di un disegno. Stavo lì seduto, non dovevo fare nulla di particolare: solo aspettare che finisse il primo tempo. Ormai Valcareggi non mi diceva più niente. Il cambio era automatico. E a quei tempi ti dovevi scaldare negli spogliatoi o nei corridoi. Sperando che corridoi e spogliatoi fossero vicini al campo".

    Sulla partita: "Non sarebbe stata una partita bellissima se non fosse stato per Schnellinger... Ci siamo incrociati a fine partita senza dirci nulla, ma prima sì. Mi fece capire che si stava spostando in attacco solo perché la partita ormai era finita e gli spogliatoi erano dietro la nostra porta, così avrebbe evitato gli sguardi dei suoi compagni del Milan, io e Rosato. "Così", mi disse, "appena fischia l’arbitro scappo dentro!" Insomma era stufo. Invece si ritrovò la palla sul piatto destro. La sua presenza lì era talmente inaspettata e insieme sospetta che nessuno si occupò di lui. Tutti marcavano tutti, come da programma, Karl-Heinz era libero".

    Sul suo gol: "Ero partito per calciare di sinistro in diagonale, dopo il cross basso di Boninsegna. Invece in un attimo, non so quanto, ma veramente poco, ho visto Maier spostarsi rapidamente verso la sua sinistra, così ho cambiato direzione e soprattutto piede. Sapete com’è andata a finire. Pensi che solo rivedendo la partita mi sono reso conto che avevo davvero calciato di destro".

    Quando è finita l’eccitazione di Italia–Germania? "Probabilmente nell’intervallo di Italia-Brasile. Eravamo negli spogliatoi. Stavo per togliermi la tuta. Mazzola cominciò a slacciarsi le scarpe ma Valcareggi lo fermò: "Tu torni in campo!". Non mi ricordo nemmeno bene cosa provai...".

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