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  • Roma eroica e oltre ogni limite, anche se il calcio di Mourinho è solo resistenza. Chi in campo col Siviglia?

    Roma eroica e oltre ogni limite, anche se il calcio di Mourinho è solo resistenza. Chi in campo col Siviglia?

    • Giancarlo Padovan
    Ancora la Roma, ancora Mourinho. Certo, a modo suo, con una difesa ad oltranza, senza terzini e con gli incerottati in campo, la versione più eroica di una squadra che, per questo allenatore, si sarebbe buttata letteralmente nel fuoco. Lo 0-0 resiliente di Leverkusen vale la finale di Europa League contro il Siviglia che, ai supplementari e in rimonta, ha battuto la Juve (2-1).

    E’ stato calcio d’altri tempi con la Roma prima a fare barriera a centrocampo fino ad arretrare all’area di rigore e, infine, a chiudersi nei sedici metri sparando via la palla nella metacampo sguarnita, perché la squadra difendeva con dieci uomini più il portiere, Rui Patricio, ieri notte bravissimo su ogni tentativo dei tedeschi. E quando non ci sarebbe potuto arrivare, ci ha pensato la traversa (12’ tiro di Diaby, dopo una fuga su errore in uscita) a salvare lui i giallorossi. 

    La partita non è stata certo bella, ma palpitante. Non ha esportato un calcio avvincente, ma stoico. Non è vissuta su due fronti, ma si è giocato praticamente ad una porta sola. 

    Il primo e unico tiro (fuori) è stato di Pellegrini, dopo un minuto e venti secondi. Poi solo Bayer che ha attaccato con tanti uomini e soprattutto con i due esterni Frimpong e Bakker. Infine, visto che non si approdava a nulla, Demirbay ha cominciato a tirare da fuori. In questa fase - seconda parte del primo tempo - i giallorossi facevano bene argine, ma non gestivano la palla in uscita e, anzi, regalavano troppe opportunità ai tedeschi.

    A complicare la situazione gli infortuni: prima di Spinazzola (dentro Zalewski) e poi di Celik (dentro Smalling con Bove esterno e Crsitante riportato a centrocampo). All’intervallo, invece, quello che aveva tutta l’aria di essere un cambio tattico: fuori Belotti (generosissimo) e dentro Wijnaldum. In panchina c’erano anche Dybala ed El Shaarawy, ma non avrebbero certo potuto giocare. E infatti non hanno giocato.

    Mourinho sapeva che la Roma non avrebbe mai potuto vincere, perché per vincere bisogna segnare e le pochissime volte in cui i giallorossi si sono visti dall’altra parte del campo è stato per battere qualche calcio d’angolo o qualche punizione. E’ vero, Tah, con un acrobatico intervento, è riuscito a togliere una palla di Pellegrini per Mancini, ma è stato un episodio (nel primo tempo) e nemmeno troppo pericoloso. 

    A metà ripresa Xabi Alonso ha fatto aumentare i giri al motore del Leverkusen e il solito sinistro di Demirbay ha chiamato Rui Patricio ad una parata decisiva (poi Mancini ha messo in angolo). Il muro della Roma si è alzato ancora una volta e il tecnico dei tedeschi ha inserito tre punte (Adli, Hlozek e Admiri), chiudendo con un inverosimile 2-4-4. Ma non c’era da scandalizzarsi, la Roma giocava con tutti gli effettivi sotto la linea della palla e quando rinviava, sapeva di doverlo fare nel vuoto.

    La domanda che non solo gli esteti si saranno posti è la seguente: è calcio quello che ha espresso la Roma? E in finale, contro gli specialisti del Siviglia, cosa potrà mai fare?

    Alla luce dei fatti sono domande legittime, anche se non si può non considerare che la Roma arriverà alla fine della stagione avendo giocato tantissimo e, spesso, senza i suoi calciatori migliori. Può darsi che Dybala lo si veda a Budapest, ma la sensazione netta è che questa squadra, con l’impresa di ieri notte, sia andata oltre le proprie possibilità.

    Una cosa è chiara: Mourinho è tanto amato a Roma perché riesce a spremere ai calciatori fino all’ultima stilla di energia. Non è successo solo in Germania, sono mesi che i giallorossi giocano al limite. Purtroppo, da qui alla finale, c’è pochissimo tempo (si gioca il 31 maggio) e recuperare  Spinazzola o Celik sembra improbabile. Per vincere serve un’invenzione di Mourinho, un tocco da sciamano, l’estrema provocazione tattica in un’altra notte da ricordare ai nipoti.  




    IL TABELLINO

    Bayer Leverkusen-Roma 0-0

    Ammoniti: 45+3' Hincapié, 56' Palacios, 70' Bakker, 70' Ibanez, 89' Cristante, 90' Diaby, 90+7' Tapsoba, 90+7' Xabi Alonso, 90+9' Abraham.

    BAYER LEVERKUSEN: Hradecky; Tapsoba, Tah (86' Amiri), Hincapié; Frimpong, Demirbay, Palacios (80' Hlozek), Bakker (74' Adli); Diaby, Azmoun, Wirtz, Diaby.
    A disp.: Pentz, Lomb, Hudson-Odoi, Fosu-Mensah, Azhil, Aourir.
    All.: Xabi Alonso.

    ROMA: Rui Patricio; Mancini, Cristante, Ibañez; Celik (78' Smalling), Bove, Matic, Pellegrini, Spinazzola (34' Zalewski); Belotti (46' Wijnaldum), Abraham.
    A disp.: Svilar, Boer, Karsdorp, Camara, Dybala, Missori, Volpato, Tahirovic, El Shaarawy.
    All.: Mourinho.

    Arbitro: Slavko Vinčić. Assistenti: Tomaž Klančnik - Andraž Kovačič. IV uomo: Irfan Peljto. VAR: Nejc Kajtazovic. AVAR: Matej Jug.

    Ammoniti: 45+3' Hincapié, 56' Palacios, 70' Bakker, 70' Ibanez, 89' Cristante, 90' Diaby, 90+7' Tapsoba, 90+7' Xabi Alonso, 90+9' Abraham.

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