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Roma-Feyenoord, le pagelle di CM: Zaniolo Caput Mundi. Smalling Lord d'Europa

Roma-Feyenoord, le pagelle di CM: Zaniolo Caput Mundi. Smalling Lord d'Europa

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Roma-Feyenoord 1-0

ROMA

Rui Patricio 8:
Guanti immacolati fino al 28’ quando deve evitare un angolo con una presa alta. Poi fa aumentare le gastriti con una parata centrale non proprio perfetta su Kocku e con un’uscita di coraggio. Il secondo tempo si apre con due paratoni su Til e Malacia. E i guanti da bianchi diventano dorati.

Mancini 8: Lanci sballati e un po’ di apprensione su Sinisterra. Inizia così la serata del difensore che si ritrova a giocare sotto lo spicchio più acceso del tifo romanista. Passa tutto, anzi arriva il lancio per Zaniolo e un salvataggio in tackle da applausi. Nella ripresa tanta paura per il palo olandese e tanta rabbia in corpo.

Smalling 9: Lord di tutti i rioni di Roma, padrone della difesa. Dopo aver conquistato Norvegia e Inghilterra termina la campagna con una bandierina bella dritta sull’Olanda. Relega Dessers a una figura barbina e suona pure la carica davanti. Il salvataggio in tackle al 59’ è roba da consegnare alla storia.

Ibanez 8: Inizia la serata con un anticipo di adrenalina. Ne ha in corpo a sufficienza per tutta Tirana. La distribuisce in giro per il campo, sulle anime dei giocatori del Feyenoord. Prende qualche botta, la ridà senza paura e nel momenti di maggiore affanno non abbassa mai la testa. Vi pare poco?

Karsdorp 7: Ex che parte con troppe carezze come il retropassaggio sbilenco che affanna Smalling dopo un quarto d’ora. Poi però mette da parte tutti i bei ricordi, ora è un figlio di Roma. Ripresa di nuovo con qualche errore che poteva costare caro e il richiamo di Mourinho e Mancini a una maggiore concentrazione. (88’ Vina)

Cristante 8: Perno e calamita in un centrocampo che deve subire il consueto pressing olandese. Lui se ne libera come quando devi toglierti di dosso la polvere dalle spalle. Una calma apparente, una lucidità costante che permette alla Roma di cerchiare col rosso la zona del campo che più poteva spaventare la squadra.

Mkhitaryan 6,5: Recuperato in tempo per dirigere la regia del film più importante dell’anno. Le condizioni però non permettono di sperare in una lunga pellicola. Dopo un quarto d’ora di ricami si accascia al suolo ed è costretto ad abbandonare la finale. Stoico. (17’pt Oliveira 8: entra con un carico di pietre sulla schiena. Se ne libera subito e scrive una pagina da amanuense esperto sulla coppa con fraseggi e anticipi da esperto del settore. Rischia qualcosa nella ripresa davanti alla difesa)

Zalewski 7,5: Ragazzino non più. Si gioca una finale da titolare con una maturità da dottore in tre lauree. Cerca di non scoprire la parte del letto dove vorrebbe infilarsi Nelson e prova a garantire un martellamento davanti seppur con qualche pausa. Nicola, urlano tutti. Lo cercano, sanno di potersi fidare di lui. Tivoli oggi è Tirana, Zalewski oggi è campione d’Europa. Nella ripresa il Feyenoord preme sull’acceleratore. Cambio necessario. (67’ Spinazzola 8: serve la sua esperienza, serve la sua gamba.  Ci mette tutto Spina, a fronte alta come all’Europeo. Si prende anche quella finale che non ha giocato)

Pellegrini 8: Capitano che sa di poter scrivere la storia della Roma, ma anche la sua. E’ suo il primo assist che finisce tra le mani del portiere olandese, poi inizia i dialoghi con Abraham per far capire al Feyenoord che non c’è trippa per gatti. Lorenzo alza lo sguardo vede le stelle allineate, non le vuole far cadere ancora. Aspetta. Pazienta. Dosa le energie. Poche rimaste e sfiora il raddoppio nel finale. Capitan Europa. Oggi si può dire.

Zaniolo 9: Boom Boom. Caricato a orologeria come solo Mourinho sa fare. Nicolò prova a sfondare nella prima mezz’ora, ha voglia di stupire ancora l’Europa. Ha voglia di urlare in faccia a tutti noi che può ancora diventare un grande. Al primo errore della difesa olandese infila Bijlow e fa morire d’infarto tutta Roma.  Nella ripresa salta qualche compiti di copertura. (67’ Veretout 7: porta maggiore copertura e un tiro che impegna il portiere olandese)

Abraham 7,5: Senesi e Trauner gli chiedono i documenti con una certa insistenza. L’inglese prova a trovare una via d’uscita col consueto gioco di sponda, poi ha il corridoio per andare ma viene falciato da Trauner. E’ un leone, è una pantera di quelle che vuole divorarsi l’avversario. Forse troppo perché potrebbe cadere su un fallo di Senesi potenzialmente da ultimo uomo e invece prova a proseguire senza risultato. E’ esausto. (88’ Shomurodov sv)

All. Mourinho 10: Eccolo Colui. Eccolo l’uomo che sa solo vincere, che non conosce altro verbo. Era suo l’ultimo trofeo europeo di un club italiano. E’ suo il primo trofeo dell’era Friedkin. Primo perché con Mou in panchina già bisogna prenotare il biglietto per Budapest. Gara alla Mou, gara da trofeo con nervi tesi e quelle accortezze che fanno tutta la differenza di questo mondo. Cambi azzeccati.


FEYENOORD

Bijlow 6: Indeciso sull’uscita su Zaniolo, poi è attento su Veretout e Pellegrini

Geertruida 6: Parte fortissimo, poi frena. Poi riacellera.

Trauner 5: Deve perquisire Abraham, e lo fa con modi bruschi come quando frena un contropiede prendendosi il giallo. Poi però buca su Zaniolo. Cerca di farsi perdonare e prende il palo.  (74’ Pedersen sv)

Senesi 6,5: E’ da tempo nel mirino della Roma, fa capire perché con una prova di grande lucidità. Graziato per un fallo da giallo su Zaniolo.

Malacia 6: Un tempo di anonimato poi prende il palo e si prende per un po’ la fascia.

Til 5,5: Impegna seriamente Rui Patricio. E poco altro. (59’ Toornstra 5,5: apporto misero)

Aursnes 5,5: Partenza distratta, il resto pure. Ci mette grinta.

Kokcu 6: Sotto gli occhi del suo Totti prova a far brillare il gioco del Feyenoord.

Nelson 6: Piede veloce e pensieri quasi sempre azzeccati. Manca di concretezza. (74’ Larrsen sv)

Sinisterra 6: Una pantera che prova ad aggredire qualsiasi cosa gli capiti a tiro. Pericolo costante.

Dessers 5: Passa subito al caffè. Nel senso che con Smalling c’è poco da mangiare.

All. Slot 6,5: Il suo Feyenoord è in gamba, gioca anche meglio. Ma manca fortuna e quella esperienza che Mourinho ha.

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