Roma-Friedkin, rottura totale: ecco i retroscena
LA TRATTATIVA - La Roma a fine 2019, prima di completare la “due diligence”, era stata valutata circa 700 milioni. Dopo aver visto i conti, la prima offerta di Friedkin era stata di 660 milioni (che avrebbe consentito a Pallotta & Soci una plusvalenza di 30 milioni), condizionata però all’esito del mercato di gennaio, che doveva prevedere almeno le cessioni di Pastore e Juan Jesus. Fallito l’obiettivo, a metà febbraio Friedkin abbassò l’offerta a 610 milioni. Il tergiversare di Pallotta, però, fece scorrere i calendario fino ai primi di marzo, con lo scoppio della pandemia e il relativo stop. Per la Roma, nessun precontratto era stato firmato, perché si sarebbe andati direttamente alla firma. Il resto è storia nota, con lo scambio frenetico di mail dal 10 al 28 maggio sull’asse Marc Watts (per Dan) – Bob Needham (per Jim) e l’ultima offerta di 575 milioni (di cui però 85 messi nel club) conclusa dal messaggio diretto fra i due magnati che sanciva la rottura.