Roma-Juve, l'analisi tattica di Carbone
LA PARTITA - La partita si è aperta mettendo in evidenza quello che sarà un tema costante per tutta la partita, ovvero il possesso prolungato della Roma e l'attesa nella propria metà campo della Juve, pronta a chiudere la manovra di casa per poi ripartire con transizioni veloci. Il primo tempo, seppur poco intenso, è caratterizzato da numerose occasioni da goal per entrambe le squadre, per l’alto livello di qualità in campo. Dopo i numerosi tentativi di Llorente, il più pericoloso dei suoi, e di Gervinho, molto abile e veloce nei tagli dietro la difesa, l'occasione migliore è per la Roma che, proprio con l'ala ivoriana, si presenta davanti ad un miracoloso Storari che salva il risultato; in chiusura invece è clamoroso il palo di Pogba, che dopo un grande dribbling vede respinto dal legno il suo sinistro poderoso. Il primo tempo termina sul punteggio di 0-0. Il secondo tempo riprende esattamente con il tema del primo con delle piccole differenze che consistono sia in continue interruzioni da parte del direttor di gara, per via del nervosismo crescente, sia nel fatto che la Roma ha scelto di alzare il proprio baricentro (grazie anche alla sostituzione per infortunio di De Rossi con Taddei che ha conferito maggior dinamismo e pressing alto) e che ha costretto la Juve nella propria metà campo; questo non è andato a discapito dello spettacolo, infatti le occasioni sono sempre numerosissime e fanno risaltare l'abilità dei due portieri: l'emergente Skorupski e l'esperto Storari autore di una prestazione eccellente. La partita sembra destinata a chiudersi sullo zero a zero, tuttavia l'equilibrio viene interrotto all'ultimo minuto di recupero dall'ex Osvaldo, subentrato a Llorente al 29', che insacca alle spalle di Skorupski un cross basso messo in mezzo da Lichtsteiner. La partita termina sullo 0-1 che potrebbe consentire alla Juve di superare i 100 punti nell'ultima giornata di campionato stabilendo così un record in tutti i campionati maggiori.
LA FASE DIFENSIVA - Fase di non possesso Juve: La Juve in fase di non possesso ha atteso nella sua metà campo in maniera piuttosto passiva: un leggero pressing viene portato sul portatore di palla dalla prima punta (Llorente) mentre la seconda (Tevez) gioca sulla linea di passaggio centrale; a centrocampo avviene un 3 contro 3 con Pirlo che lavora bene sulle linee di passaggio e le due mezz'ali (Pogba, Padoin) giocano contro le rispettive; i quinti (Asamoah, Lichtsteiner) escono sui terzini, mentre il centrale esterno (Chiellini, Barzagli) esce sull'ala (quando la palla è esterna) creando un 3 contro due 2 grazie al quinto opposto che si lega e a Bonucci. Fase di non possesso Roma: La Roma, a differenza della Juventus, attacca alto l'avversario portando, la punta (Destro) a fare il primo pressing sul portatore, le ali (Gervinho, Totti) sui centrali esterni, il terzino (Torosidis, Bastos) sul quinto di centrocampo, le mezz'ali (Pjanic, Nainggolan) sulle mezz'ali juventine e De Rossi molto abile a chiudere tutti i buchi che si vengono a creare sulla linea difensiva (formata anche da Castan e Benatia) che gestisce un 3 contro 2 grazie al terzino opposto che si lega.
LE CHIAVI TATTICHE - La chiave della partita è stata per la Juventus sia la fisicità di Llorente che è stato gestito a fatica dai due centrali giallorossi, sia la possibilità di trovare gli esterni opposti con velocità; per la Roma invece è stato il buon giro palla e la possibilità di spaccare in due la difesa juventina con combinazioni di qualità o con i tagli/percussioni degli esterni.
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