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  • Roma, l'addio ad Amadei: l'uomo divenuto leggenda

    Roma, l'addio ad Amadei: l'uomo divenuto leggenda

    • Valerio Nasetti

    Duemila persone. Duemila senza distinzione di sesso e di età. Bambini, giovani, adulti, anziani. Tutti hanno conosciuto e conoscono oggi 'Il Fornaretto'. Ovvero Amadeo Amadei, centravanti della Roma del primo scudetto, quello del '42, con la guerra sempre più vicina. Erano a Frascati, presso la cattedrale San Pietro per tributargli l'ultimo saluto e l'ultimo grazie. Dei gol, delle lezioni di vita, del ricordo di un calcio vissuto unicamente come passione, sport e mai come business.

    A 15 anni Amadeo ha cambiato vita. Ha esordito in serie A con la Roma, dopo un provino all'insaputa dei suoi genitori che possedevano un 'forno' a Frascati. Loro non avrebbero approvato il suo tentativo, ma sin dall'inizio della sua carriera cominciò ad aiutare la famiglia, che avrebbe poi versato in gravi difficoltà economiche dopo la distruzione del forno in seguito ai bombardamenti della seconda guerra mondiale.

    Amadei segnò diciotto gol nell'anno dello scudetto e l'anno scorso è entrato nella miglior formazione giallorossa di tutti i tempi nella Hall of Fame voluta dal presidente Pallotta. A tal proposito, oggi a Frascati c'era una rappresentanza di questa Roma. Presenti l'amministratore delegato Italo Zanzi e il direttore organizzativo Antonio Tempestilli. C'era pure Giacomo Losi, il capitano degli anni '60 che ha portato a spalla il feretro. Vicino a questa scena campeggiava una scritta lungo uno striscione: 'Roma è fiera di te'. E' fiera del suo uomo, divenuto leggenda.

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