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  • Romamania:| Fallimento 2.0

    Romamania:| Fallimento 2.0

    Benvenuti a Zemanrique-landia. Altro che rivoluzione-bis. Vediamo i nuovi acquisti relegati in panchina o poco determinati, e un tecnico incapace di infondere il proprio credo alla squadra. Forse perchè legato ancora al un calcio di un tempo. Il supermoderno Zeman diventato antico, vetusto, un'utopia facilmente smascherata. Ci si aspettava il calcio verticale: ammiriamo, si fa per dire, quello sbilenco. Da Torino, la Roma è ritornata con le solite quattro pappine sullo stomaco, con tanto di contestazione dei tifosi a Trigoria. Da Luis Enrique a Zeman non è cambiato nulla.

    Manca il gioco, le strategie difensive sono un disastro e rispuntano i litigi interni. Osvaldo se la riprende con Lamela, De Rossi sbugiarda il proprio allenatore. Il ds Sabatini parla di 'sopravvalutazione di qualche giocatore', proprio come dopo la batosta subita dal Lecce lo scorso aprile. Altri quattro gol presi ed un secondo disastro che potrebbe avere come effetto l'azzeramento dell'apparato dirigenziale. Gli americani, da loro cultura, non guardano in faccia nessuno. Se il business non va, si cambia. Qualche testa deve cadere.

    Domani arriverà il presidente James Pallotta. Sono tutti in bilico. Sabatini, Baldini, Zeman, tutta la squadra. La seconda possibilità è stata data, ora non ci sono più alibi. La duplice campagna acquisti è fallita completamente. Piris, Balzaretti, Castan, Marquinhos, Dodò, Pjanic, Bradley, Gago,Tachtsidis, Stekelenburg, Goicoechea, Lamela, Marquinho, Osvaldo, Bojan, Josè Angel, Borini, Nico Lopez, Kjaer e Heinze sono stati incapaci di contribuire all'innalzamento tecnico della squadra. Subentrati dopo il sesto posto del duo Ranieri/Montella, sono stati protagonisti di un settimo e di un inizio di campionato tra i peggiori che si ricordi.

    La vecchia guardia aveva fiutato tutto, con De Rossi in prima linea. In forma confidenziale aveva espresso il proprio malcontento sul come la dirigenza stava approcciando al nuovo campionato, poi pubblicamente aveva annunciato il rammarico per non poter essere allenato da Montella. Un disagio esternato con tutta la sua forza sabato scorso: 'Chi parla di scudetto vuole il male della squadra'. E Zeman sono tre mesi che ne parla. Quasi come se fosse una ossessione personale, un'utopia, e non un lucido profilo della realtà, al quale un allenatore dovrebbe sempre attenersi.

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