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    Romamania: Friedkin ascolti De Rossi per un mercato da Champions. Mourinho andava cacciato dopo Budapest

    Romamania: Friedkin ascolti De Rossi per un mercato da Champions. Mourinho andava cacciato dopo Budapest

    • Alessandro Austini
    Due punti di media a partita non bastano alla Roma di De Rossi per assicurarsi un posto in Champions League. Perché chi c’era prima di punti a partita ne ha raccolti 1,45 e ha compromesso la corsa in partenza. Ma una piccola speranza è ancora viva ed è tutta nelle mani dell’Atalanta, che dovrebbe prima vincere l’Europa League e poi, a forza di festeggiarla, dimenticarsi di fare punti nelle due gare finali del suo campionato, chiudendo al quinto posto. Un cervellotico incastro creato dalle discutibile interpretazione del regolamento sull’accesso alle competizioni europee che la stessa Uefa si è dimenticata di scrivere con chiarezza. 
    Questa è la situazione e ormai la Roma non ha più il potere di cambiare le cose. A conti fatti, dopo aver almeno evitato la beffa di finire settima dietro la Lazio, resta il grande rammarico di una prima parte di stagione buttata via. Bisognava avere il coraggio di sostituire Mourinho dopo la sconfitta di Budapest, perché ripartire da lui, avendo già deciso che il suo contratto non sarebbe stato rinnovato, è stato il più grande errore fin qui della gestione Friedkin. Intanto un altro sesto posto è sicuro ed è il terzo consecutivo dopo il settimo conquistato nel primo anno dell’era texana. Risultati non all’altezza degli investimenti e solo in parte compensati dalle grandi campagne europee.
    Sono ormai settimane che De Rossi parla di futuro, del tipo di giocatori che mancano e vorrebbe inserire nella rosa, con la consapevolezza di dover far incastrare i suoi piani con un budget condizionato dai paletti imposti dalla Uefa.  Il direttore sportivo sta finalmente arrivando e salvo sorprese sarà il francese Ghisolfi. Un’altra scelta un po’ fuori dagli schemi come lo era stato Tiago Pinto. Perché il calcio è una materia particolare in sé, quello italiano per chi arriva da fuori lo è ancora di più e al nuovo dirigente andrà dato quantomeno il tempo di capire dove è arrivato, di chi fidarsi e quali errori evitare.

    L’impressione è che si ripartirà ancora una volta affidando le chiavi della Roma a un allenatore, come lo è stato per due anni e mezzo con Mourinho. Stavolta c’è un vantaggio: De Rossi non pretenderà nomi, ma caratteristiche specifiche nel mercato. Si prospetta una collaborazione sana con la società e non più una contrapposizione. Dalla bravura nelle scelte passerà il futuro e una cosa è certa: come insegnano a Bergamo o a Bologna, per andare in Champions non conta quanti soldi si spendono, ma come. E a Roma si può ricominciare a farlo molto meglio di quanto non sia accaduto nelle ultime stagioni.
     

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