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  • Ronaldo non basta e la difesa sembra quella di Delneri: Sarri, questa non può essere la tua Juve

    Ronaldo non basta e la difesa sembra quella di Delneri: Sarri, questa non può essere la tua Juve

    • Andrea Distaso
    Una questione mentale ma non solo. Sono anche i numeri ad evidenziare che, al momento, Maurizio Sarri non è ancora padrone della Juventus. Tracce sporadiche della sua idea di calcio spettacolare, con un attacco che non punge come nelle stagioni passate e un reparto difensivo mai così in difficoltà dopo 21 partite di campionato. Sono altrettanti i gol incassati, un dato che riporta i tifosi bianconeri alla stagione 2010/2011, quando la squadra di Gigi Delneri disputò un'ottima prima metà di campionato, salvo crollare da gennaio in avanti e terminare al 7° posto.

    RONALDO NON BASTA - Questioni di equilibri, complicati da ricercare nel calcio di oggi, anche con una rosa ricca di campioni, su tutti Cristiano Ronaldo. I 17 centri stagionali del 5 volte Pallone d'Oro, a cui vanno uniti i 10 portati in dote dalla coppia Dybala-Higuain, non sono bastati per avere numeri da scudetto: la produzione complessiva della squadra arriva a quota 40, il terzo peggior rendimento nelle ultime 8 annate. Solo Conte nel 2011/12 - stagione del primo scudetto, con Vucinic e Quagliarella davanti - e Allegri nel campionato della clamorosa rimonta dopo la sconfitta col Sassuolo (stagione 2015/2016) riuscirono a superarsi in negativo.

    DELUDE IL CENTROCAMPO - Male davanti e male anche dietro, un comportamento anomalo per la Juventus degli ultimi tempi, spiegabile principalmente con le sofferenze del reparto di centrocampo, quello oggetto delle maggiori discussioni in ottica mercato sia la scorsa estate che nelle recenti settimane. Un reparto che ha portato a Sarri un contributo davvero misero in termini di gol, 3 quelli di Pjanic e uno quello di Ramsey, ma che anche difensivamente non ha lavorato come vorrebbe il tecnico toscano. La media di una rete incassata a partita non può essere giustificata dall'assenza di Chiellini o dalle difficoltà di adattamento di De Ligt. La testa c'entra, ma non è solo quello il problema: tocca a Sarri correre ai ripari.

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