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  • Sabatini a CM: 'Colpa di Allegri e Pioli, vero? Solo per i frustrati e per voi specialisti dell'insulto'

    Sabatini a CM: 'Colpa di Allegri e Pioli, vero? Solo per i frustrati e per voi specialisti dell'insulto'

    • Sandro Sabatini
      Sandro Sabatini
    Buongiorno a tutti (l’educazione, innanzitutto). Quello che state per leggere darà slancio al vostro sport preferito: l’insulto. In tutte le sue specialità: commenti appena ripristinati su calciomercato.com, via social sfruttando account anonimi e non, attraverso radio mattutine/pomeridiane, twitch serali e televisioni h24. Per farsi riconoscere, si sventolano hashtag come bandiere: con #AllegriOut e #PioliOut il consenso è garantito. Le colpe degli allenatori sono vecchie come il calcio. Una volta venivano sfruttate dai presidenti: per mettersi al riparo dagli errori di mercato, ai tifosi davano in pasto i tecnici, quelli che non sapevano “sfruttare il potenziale della squadra” oppure non avevano più "lo spogliatoio in mano". Lo dicevano i presidenti, ora lo dicono i tifosi. I social amplificano. Aiutano a non sentirsi soli, con un telefonino per amico.

    Si semplifica. Tutti capiscono e rafforzano le proprie convinzioni. Si trova un colpevole. Uno solo da insultare. Così. Senza distrazioni, nè spiegazioni.

    #AllegriOut. È l’allenatore che ha vinto più di tutti nella storia della Serie A. Ma in passato era merito dei giocatori, della società, della fortuna e anche degli arbitri. Da un anno e mezzo è il colpevole della Juve che quando vince comunque non gioca bene, quando pareggia comunque gioca male, quando perde comunque gioca malissimo. Comunque. Tutto con disinvoltura. Nel giro di una settimana si passa da “Allegri è capace di preparare solo la fase difensiva” all’esatto opposto: “Ha subito 10 gol in 3 partite”. E così via…

    #PioliOut. Pochi mesi fa era protagonista di un coro che i tifosi del Milan nella storia non avevano mai riservato neanche ad Arrigo Sacchi. La squadra giocava bene ed era tutto merito dei suoi schemi. Si vedeva anche lo sporadico “lancio di Maignan / fuga di Leao / gol!”: ma era comunque spettacolo. E poi giovani, spogliatoio, mentalità, entusiasmo: lo scudetto 2022. Oggi è in confusione. E con la stessa facilità con cui i tifosi lo cantavano “on fire”, adesso c’è qualcuno che lo vorrebbe “fired”, licenziato. Su Twitter gira un video di un tifosotto benestante, nel profilo barba curata e Ray-ban figo, che dalla terrazza della tribuna rossa vomita insulti all’allenatore camminando a passo spedito verso l’uscita anticipata dalla disfatta con il Sassuolo.



    Nel Milan, tutti danno la colpa a Tatarusanu; nella Juve, nessuno dà i meriti a… Di Gregorio (Monza). C’è qualcosa che non torna, nei giudizi? Con Berardi (valutato in estate) in rossonero, ieri avrebbe vinto lo stesso il Sassuolo? Con Rovella (prestato) in bianconero al posto di Paredes, il Monza avrebbe ugualmente stradominato un tempo a centrocampo?

    All'improvviso quattro interrogativi. Spiazzanti. E se ne potrebbero proporre almeno una ventina, da una parte e dall’altra. Su giocatori, duelli, confronti e scelte di mercato. Poi - certo - il giudizio inizia e finisce con chi abita la panchina, perchè è giusto che gli allenatori vengano considerati i responsabili principali. Ma prendersela (solo) con Allegri e Pioli è uno sfogo di delusione e frustrazione: non una critica educata, tantomeno un’opinione tecnicamente e/o tatticamente valida.

    Adesso scatenate pure l’insulto. È il vostro sport preferito. E fate un giro anche con l’autore di quel che avete appena finito di leggere: è un giornalaio, venduto, incompetente e in malafede.  

    Arrivederci a tutti. Con educazione (che non è di tutti).
     

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