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  • Sabatini a CM: 'Moggi leader del movimento 'Farsopoli' e di chi non ammette che la Juve era colpevole'

    Sabatini a CM: 'Moggi leader del movimento 'Farsopoli' e di chi non ammette che la Juve era colpevole'

    • Sandro Sabatini
      Sandro Sabatini
    “Innanzitutto, bisogna fare i complimenti a quel ragazzo di Luciano Moggi”: viene spontaneo immaginare l’accento appena livornese, ed è naturale la parafrasi di tutte le interviste di Allegri. L’allenatore e l’ex direttore generale sono assieme sui giornali e sul web, oggi.



    Uno, “abbreviato” in Max, da un mese comanda l’area tecnica (ma già lo faceva) e anche il calciomercato (lo faceva un po’ sì e un po’ no). L’altro, “allungato” in Lucky Luciano (come il boss), da sedici anni è leader del movimento “Farsopoli”, naturale sintesi della (sua) convinzione “Calciopoli fu una farsa”.

    Si torna all’estate 2006. Gli under 25 di oggi, ovvero i ragazzi dei social, nemmeno sanno di cosa di parla. Ed ecco comparire un battagliero 85enne, ancora in formissima, con una chiavetta Usb gonfia di giga occupati e intercettazioni sbobinate. Racconta, il ragazzo Luciano Moggi di un altro ragazzo 83enne, Franco Carraro, che ai tempi era ai vertici della Federcalcio. In una telefonata intercettata, l’ex presidente Figc, confidava la speranza che Lazio e Fiorentina non retrocedessero e raccomandava di non aiutare la Juve.

    Quel che il “ragazzo” Moggi non riesce proprio ad ammettere (anche a distanza di quasi un ventennio) è che la Juventus era colpevole e venne condannata a prescindere da qualsiasi altra squadra o dirigente. “Così facevan tutti” non è mai una linea difensiva per se stessi, semmai un’accusa per gli altri. Quei due titoli, alla Juve li avrebbero tolti in ogni caso e con qualsiasi coinvolgimento altrui.

    Se poi il dibattito si sposta su sull’assegnazione dello scudetto 2006 all’Inter - poi prosciolta solo perché prescritta - tutto diventa opinabile. Il mondo è pieno di gente che scambia la prescrizione per assoluzione, anche se non è esattamente così. E quello scudetto trasferito d’ufficio sembra, ancora oggi, un’opaca sentenza sia sportiva che giuridica. Sempre difficile, quasi impossibile (per la Juventus) da accettare.

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