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  • Sabatini: Ancelotti, Benitez e le percentuali ballerine

    Sabatini: Ancelotti, Benitez e le percentuali ballerine

    Hanno i polpacci grossi e l'andatura sbilenca. Camminano pensierosi a testa bassa e preferibilmente tengono le mani in tasca. Si intuisce dalla descrizione: non sono modelle. Eppure, sfilano. E in questi giorni si sottopongono ai casting. Sono gli allenatori. Tutti. Nessuno escluso. Senza distinzioni di razza tecnica e ideologia tattica, perchè il calcio non conosce discriminazioni di alcun tipo, almeno in certi giorni dell'anno.

    Sono i giorni che concludono i campionati e precedono l'estate. Ricordando i bei tempi di un bel film, Galliani li chiama "I giorni del Condor": quelli in cui, al calciomercato, bisogna esser bravi e spietati. E fantasiosi.

    Sì, perchè ci vuol fantasia: sia per piazzare i colpi, sia per capirli. Prendete la situazione allenatori. Il Milan spazia da Ancelotti (il massimo dell'usato sicuro) ad Emery (abituale flirt estivo) fino a Conte e Montella, uno azzurro e uno viola che non sono esattamente colori adatti al rossonero. Battute cromatiche a parte: allenatori diversi e bravi, sì, ma per progetti diversi. Qual è quello del Milan? La giovane Italia teorizzata da Berlusconi oppure i vecchi stranieri (Diego Lopez, Alex e Menez) per i quali Ancelotti avrebbe già dato l'ok? Punto interrogativo anche sul "fifty-fifty" annunciato da Galliani riguardo all'esito della trattativa. Buon segno, in fondo, per quei tifosi milanisti scottati da vecchi 99% che accompagnarono le promesse non mantenute su Ibra e Thiago Silva.

    Casting e promesse non sono patrimonio esclusivo solo del Milan. Anzi. Prendete il Napoli, per esempio. Come si fa a passare da Mihajlovic e Montella, e poi Spalletti e Klopp? Strano che il mirino di De Laurentiis non sia puntato su un unico allenatore. Non fatevi incantare dalla tempistica ufficiale: il dopo-Benitez ha già offerto mesi di riflessione. La conferenza stampa congiunta, ieri, è stata solo l'epilogo scontato di una storia già scritta. E visto che Benitez ha nominato la famiglia come motivo principale della sua scelta di lasciare Napoli, solo una domanda è rimasta in sospeso: dove vive davvero la sua famiglia? A Liverpool come ci è stato raccontato finora, oppure a Madrid dove Don Rafè andrà ad accomodarsi sulla Real panchina?

    Riprendere il discorso dopo un altro punto interrogativo significa che i dubbi iniziano a diventare troppi. E anche gli imitatori, tra i presidenti. Berlusconi e Galliani almeno hanno un preferito, Ancelotti, più una schiera di alternative dalle caratteristiche diverse. De Laurentiis, uomini e allenatori tutti diversi tra loro. Il dopo-Montella e il dopo-Mihajlovic scatenano le fantasie di personaggi con caratteri e atteggiamenti opposti: Della Valle e Ferrero. Eppure anche loro si mettono in prima fila per il casting degli allenatori. Che sfilano e, illuminati con i faretti giusti, sembrano tutti belli e bravi. Ce n'è per tutti i gusti, basta saper scegliere. Sembrano top model, in questo calciomercato che preannuncia la moda dei Top Mister. Anche se alla fine, come al solito, per vincere conteranno soprattutto i Top Player.

    Sandro Sabatini

    Twitter: @Sabatini - Facebook: SandroSabatiniOfficial

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