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  • Sabatini: 'Comprerei la Sampdoria. A Genova non ho potuto lavorare. Sulla Salernitana...'

    Sabatini: 'Comprerei la Sampdoria. A Genova non ho potuto lavorare. Sulla Salernitana...'

    Doppio ex della partita tra Sampdoria e Salernitana, il direttore sportivo Walter Sabatini ha commentato a suo modo, con la consueta originalità, i temi delle due realtà. Si comincia dalla Samp, dove Sabatini sente di non aver dato tutto: “Non ero in condizioni fisiche per poter lavorare bene, per fortuna c'era Osti che è molto bravo. Sono rammaricato di ciò che non ho fatto, Genova è civilissima, la tifoseria della Samp merita qualsiasi sforzo. Sono stato molto deludente, non me lo perdono, nella vita e nel calcio è ridicolo non prendere atto delle proprie responsabilità. Resto un simpatizzante, quando la Samp gioca messaggio Giampaolo e i miei ex giocatori, la seguo”. Talmente appassionato che  potrebbe addirittura comprare la Samp, ne avesse le disponibilità: “Se fossi ricco la comprerei domani: le società appetibili sono quelle con grande spinta popolare. Guarderei la Sud e senza pensarci andrei subito a firmare l'atto d'acquisto”.

    Sabatini oggi soffre l’assenza dal campo: “Come chiunque sta fuori. Chi è nel calcio ha sempre una fibrillazione interiore per essere operativo. Ho voglia, certamente succederà qualcosa, non credo nei prossimi giorni, la stagione è lunga. Preferirei in Italia ma pure l'estero è ok. Cosa mi manca di più? La partita, quel filo di paura prima della gara, una necessità fisica anche se poi quando la vivi può essere una rottura di scatole e ti chiedi chi te lo fa fare ma vale per tutti, dirigenti, allenatori, calciatori"

    Giampaolo gli piace? "A volte esagera ma meglio così che essere distaccati. Il calcio è tragedia, non un gioco, un vizio che comporta sofferenza. E lui è ottimo interprete della sofferenza. La sua Samp è partita molto bene. Ripetere la Samp precedente? Rispetto a quella manca un po' di qualità ma ha calciatori che possono ribaltare ogni pronostico. Quagliarella resta uno dei migliori attaccanti italiani: la sua giocata contro la Juve possono farla solo lui o Messi, tiro sul secondo palo in controtempo di bellezza inaudita. Giampaolo vuole un regista che sappia giocare a calcio: Villar interpreterà alla grande le sue richieste, viene da un paio di anni non eccezionali ma si rifarà. E Vieira è in crescita: ha un potenziale enorme ma lui non lo sa però con Atalanta e Juve l'ho visto bene. Sabiri? Grande sorpresa, complimenti alla Samp per averlo preso. Se arrivi dalla B e ti imponi così c'è la mano dell'allenatore ma anche di chi ti prende".

    L'addio burrascoso con la Salernitana lo ferisce ancora? "No, è una cosa già talmente antica che è come se non fosse mai successa. Nella vita sono caduto, ho sbattuto la testa tante volte, mi sono fatto male ma non sento più dolore. L'impresa rimane nella mia psiche, ma distaccata. Le cose passano, soprattutto nel calcio, se non sei pronto a parare gli effetti sei morto: vivere di nostalgia non è possibile e non è giusto. Attualità? Gli ex incidono di più: Bonazzoli è un fuoriclasse, Candreva può ancora determinare le gare. La Salernitana ha fatto scelte intelligenti, con giocatori collocabili in un secondo mercato e un club come il granata non può non pensare pure a future plusvalenze. Nicola allenatore eccezionale, ha un suo linguaggio esclusivo con la squadra con cui coagula una grande forza del gruppo. Credo ripeterà l'impresa che però, attenzione, sarà un'impresa: la salvezza non è un fatto acquisito, servirà un grande torneo. Nicola è prigioniero del personaggio cucito addosso di tecnico delle salvezze, di pompiere, invece è un allenatore a tutto tondo, umanamente straordinario".
     

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