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  • Salvini torna a parlare di condono, stavolta triplo: 'Edilizio, fiscale e tombale'

    Salvini torna a parlare di condono, stavolta triplo: 'Edilizio, fiscale e tombale'

    • Marco Amara
    È la quarta volta dall’inizio della pandemia che il segretario della Lega Nord chiede la possibilità di effettuare una sanatoria, affermando l’imminente necessità di rifocillare le casse dello Stato per far fronte ad un nuovo possibile lockdown.

    Se non fai un condono in tempo di guerra non lo fai più”, ha spiegato ieri sera il leader del Carroccio a Porta a Porta, su Rai 1: “C’è bisogno di fare emergere, fatti salvi gli illeciti penali, tutto quello che è nascosto, perché l’Italia ha bisogno di recuperare questi soldi

    Se c’è qualcuno che ha cento euro che non può utilizzare per mille motivi, magari nelle cassette di sicurezza della nonna, gli dici: “me ne dai 20 e gli altri 80 li metti in circolo nell’economia”. Verrebbero fuori parecchie decine di miliardi. In tempo di guerra bisogna mettere in campo tutto quello che c’è”.

    Il riferimento all’attuale stato di pandemia è chiaro e non è la prima volta che Matteo Salvini lo paragona ad un tempo di guerra: lo aveva già fatto nel marzo passato, quando, chiedendo al governo una pace fiscale ed edilizia, affermò che il condono poteva “essere una soluzione a tutte le controversie in tempo di guerra”.

    Il leader della Lega ha anche chiesto di sospendere con effetto immediato le scadenze fiscali, presagendo un possibile scenario apocalittico per migliaia di aziende che si troverebbero in enormi difficoltà nel caso il governo decidesse di proclamare un nuovo lockdown nazionale: “Ci sono interi settori produttivi che non riaprirebbero più se ci fosse un lockdown totale. Si sospendano le scadenze fiscali che sono ancora fissate al 30 novembre, almeno per quest'anno lasciamo perdere”.

    Salvini inoltre ha mandato un messaggio chiaro all’attuale presidente del Consiglio, accusandolo di aver rimandato un confronto da giugno: "Domani se serve ci andiamo a sedere a Palazzo Chigi", con l’intenzione di poter ragionare a quattrocchi sui decreti ristori e sulla legge di bilancio.

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