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  • Sampdoria, Osti e Pradè: 'Procuratori? Non ci interessano. Sì alle seconde squadre, e sul mercato...'

    Sampdoria, Osti e Pradè: 'Procuratori? Non ci interessano. Sì alle seconde squadre, e sul mercato...'

    • Lorenzo Montaldo
    Quanti di voi avranno sognato di discutere di calcio e calciomercato attorno ad un tavolo, insieme ad alcuni direttori sportivi e dirigenti di Serie A? A Genova, la 'tavola rotonda' è stata organizzata sul serio, dal quotidiano Il Secolo XIX. Protagonisti alcuni dei massimi esponenti delle società liguri, provenienti da tutte le realtà regionali: Genoa, Spezia, Entella e ovviamente Sampdoria.

    A rappresentare i colori blucerchiati c'erano il direttore sportivo Carlo Osti e il responsabile dell'Area Tecnica Daniele Pradè. Insieme, i due uomini mercato di Corte Lambruschini hanno toccato numerosi temi. Si comincia parlando della mancata qualificazione al Mondiale. Il primo a prendere la parola è Osti: "Nel 2006 campioni, 12 anni dopo siamo fuori. Abbiamo perso credibilità e c'è stata una politica tecnica sbagliata. Vedo tanti problemi e poca volontà di risolverli. Servono le seconde squadre, bisogna lavorare meglio sui giovani e intervenire sui troppi stranieri". Gli fa eco anche Pradè: "Ho avuto la fortuna di lavorare in club che danno grande peso al settore giovanile. La seconda squadra aiuterebbe: Vedi il giocatore in un torneo vero, lo segui meglio, gli trasmetti identità. Ma essere out al Mondiale può rivelarsi positivo, indurci a pensare. Le classifiche ricalcano i fatturati? Sì, ma siamo l'unico torneo europeo aperto. Emulare il mercato NBA? Impossibile: Nel calcio non puoi distinguere i campioni in fase precise di valore". Un concetto, quello del fatturato, su cui concorda anche Osti: "I soldi fanno la differenza. Gli scudetti di Cagliari e Verona sono irripetibili. Chi vince guadagna sempre più, la differenza aumenterà. L'Atalanta è la provincia che si è ribellata". 

    Una novità importante e anche la chiusura anticipata del calciomercato. Novità accolta con favore dalla Samp: "Forse si può ridurre anche gennaio. Ma chiudere l'estivo al 18 agosto è un passo importante. Abolizione dei prestiti? Noi di regola puntiamo all'acquisizione diretta dei cartellini. Ma togliendo i prestiti sarebbe difficile muoversi nel sistema" dice Pradè. Pure Osti è sulla stessa linea di pensiero: "Vero. Il problema erano le prime due gare col mercato aperto. Più difficile limitare gennaio, che a volte è utile per anticiparsi in vista dell'anno dopo. Il problema maggiore è stato abolire le compartecipazioni che ha migliorato qualcosa sotto l'aspetto dei bilanci ma ha creato ostacoli nel far crescere i giocatori con l'ausilio di due club. Magari mandi uno in prestito in una società dove nel corso dell'anno cambiano tante cose e non riesci a seguirlo come vorresti". 

    Un altro tema importante che devono quotidianamente affrontare i direttori sportivi è quello dei procuratori e del loro potere. Osti non ha dubbi: "Sempre esistiti, ci saranno sempre. Alcuni hanno più potere ma pure noi abbiamo imparato a fare qualche capriola. Servono rapporti chiari". Ancora più tranciante Pradè, rispetto al 'collega': "Non ci poniamo il problema, lavoriamo con chi vogliamo e cerchiamo di trarre beneficio da ogni situazione"

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