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  • Sampdoria, Praet: 'Giampaolo un maestro, ma vorrei giocare di più'

    Sampdoria, Praet: 'Giampaolo un maestro, ma vorrei giocare di più'

    • Lorenzo Montaldo
    Nella Sampdoria c'è un Dennis Praet che scalpita. Normale, quando sei stato il colpo più costose della campagna acquisti e sei arrivato in estate con l'etichetta di potenziale 'crack'.  

    Anche i tifosi blucerchiati sognano di vedere in campo il biondo talentino belga, che quando è stato chiamato in causa da Giampaolo ha sempre messo in mostra spunti interessanti. L'allenatore doriano lo sta dosando, centellinando, anche perchè l'impatto con la Serie A non è mai semplice: "La differenza fra il Belgio e l'Italia è enorme. Là se va bene si fa tattica con i video un quarto d'ora a settimana, qui tutti i giorni. E il livello della serie A è molto più alto" conferma infatti Praet in una lunga intervista rilasciata all'edizione genovese de La Repubblica. "Credo di essermi integrato bene e di questo sono contento. Ma è ovvio, vorrei giocare di più. Credo che finora sia stato tutto normale, sapevo che avrei avuto bisogno di tempo". 

    Praet nasce rifinitore, ma Giampaolo lo sta adattando nella posizione di mezz'ala: "In assoluto il mio ruolo preferito è il trequartista, ma penso di avere le caratteristiche giuste, di corsa e fiato, per poter fare anche la mezzala. Giampaolo? All'inizio ero impressionato da quanto l'allenatore lavorasse sulla tattica. Mi sta insegnando a giocare in maniera nuova, diversa, soprattutto da interno di centrocampo". Anche il talentino belga, come tutti, si ispira ad un 'maestro' del cetrocampo: "Idoli? Uno solo, Iniesta. Anche perchè quello che mi piace di più nel calcio è 'vedere' il gioco, costruire, fare assist".

    "Il momento più bello? Anche se non l'ho giocato, il derby" continua Praet parlando della sua prima stagione in Italia. "Mi ha trasmesso così tante emozioni che è come se fossi stato in campo. Alla Samp ho trovato un gruppo di amici, qui l'aspetto umano è molto importante. L'altra grande differenza con il Belgio è avere gli uomini della società così vicini - continua il giocatore -. Da noi il presidente di una società di calcio è più distante, qui è molto più coinvolto. E nel nostro caso il presidente Ferrero è un tipo molto simpatico ed estroso, mi piace. Vale la stessa cosa per i dirigenti".

    Anche per quanto riguarda gli obiettivi, Praet ha le idee chiare: "Giocare di più e diventare un giocatore importante per la squadra, come lo ero all'Anderlecht".

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