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    Sampmania: Gabbiadini? Anche domani

    Sampmania: Gabbiadini? Anche domani

    • Lorenzo Montaldo
    Ma voi vi immaginate una coppia d'attacco Gabbiadini-Muriel? Il primo che calcia da fuori, dal limite, dai 20, dai 30, pure dai 35 metri. Il secondo che spacca le difese, che affonda con la sua velocità tra i centrali avversari. Fantascienza? Si, sicuramente. Ma in tempo di sosta per le nazionali - 'benedetta' pausa dal campionato - basta pochissimo per riaccendere la fantasia. Per quanto mi riguarda è sufficiente, ad esempio, una singola frase di Ferrero che confessa che Gabbiadini lo riprenderebbe subito. Siamo in due, presidente. Questa volta sono d'accordo con lei. 

    Certo, che alla Sampdoria manchi prima di tutto un centrale di difesa di esperienza è un dato assodato. Uno alla Silvestre, per intenderci, magari anche meno determinante del centrale argentino (a proposito,ora come ora è lui il vero insostituibile della Sampdoria). E so anche che l'operazione Gabbiadini, almeno al momento, è tutt'altro che fattibile. Anzi, diciamo pure che suona come un miraggio. Ma d'altro canto, devo stare 15 giorni lontano dal campionato, tanto vale lasciarci fantasticare un po'.

    Ecco perchè voglio scrivere di Gabbiadini. Che con una parte dell'ambiente Sampdoria non si è lasciato benissimo, tanto è vero che parecchi lo additano ancora per quel trasferimento a gennaio al Napoli, e per un impegno che non è sempre stato reputato all'altezza del Doria. La classica frase "tira indietro la gamba", in sostanza: quante volte l'abbiamo sentita dire?

    Io invece ricordo un giocatore determinante per la Samp di Mihajlovic. Uno che, da esterno destro dei tre d'attacco, può fare sfracelli. L'allenatore serbo, che di fantasia calcistica ne ha parecchia, se lo immaginava lì. Non prima punta, quello è un equivoco in cui Gabbiadini si è rinchiuso da solo e da cui ora fa fatica ad uscire. Esterno. In quella zona di campo dove può sistemarsi il pallone sul sinistro per il tiro in porta a giro. 

    E Gabbiadini in blucerchiato rientrava sul mancino, in continuazione, e calciava in porta: eccome, se calciava. Quando penso al giocatore che decideva le partite allo Juventus Stadium la prima immagine che mi viene in mente è quella botta velenosa, quella palla che non si alza mai troppo e che all'improvviso piomba verso il basso, come se fosse animata. La sua firma personale. Non era la frustata secca  e prepotente di un Adriano, tanto per fare un esempio, nè la morbida e calda traiettoria di un Del Piero. Se mai, Gabbiadini sembra aver studiato Pirlo. L'essenzialità più pura al servizio del fine: non bisogna necessariamente centrare l'incrocio per fare gol. Ricevuto, maestro.

    Gabbiadini potrebbe essere anche una stupenda seconda punta. Affiancato da questo Muriel, che da solo si trascina via i due centrali sino al bar dello stadio, di spazio ne avrebbe a bizzeffe. E poi, ve lo immaginate a duettare in un triangolo al cui il vertice, oltre a lui e a Muriel, si colloca Bruno Fernandes? Non dite che non vi stuzzicherebbe, siate onesti: è impossibile. Sarebbe perfetto. 

    Certo, la condizione deve essere quella di non cedere Muriel, se non altro non a gennaio. La valutazione cambierebbe completamente. Al momento Ferrero il colombiano pare averlo blindato, almeno a parole. Staremo a vedere. Per quanto mi riguarda, Gabbiadini lo rivorrei a Genova domani. Anche perchè vedere il talento ingrigire lontano dal palco lascia solo una gran tristezza, e un altrettanto grande vuoto. Dite che la sosta per le nazionali non mi fa bene? Sono d'accordo con voi.

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