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  • Sampmania: 'Ce lo meritavamo'

    Sampmania: 'Ce lo meritavamo'

    • Lorenzo Montaldo
    Uscendo dallo stadio, ieri sera, mentre mi avviavo a piedi per recuperare la macchina che avevo abbandonato in fretta e furia a causa dell’agghiacciante situazione della viabilità genovese, ho incrociato una ragazza. Camminava nella mia direzione, con la sciarpa al collo, parlava al cellulare e continuava a ripetere “Ce lo meritavamo”. Mi ha colpito perché io stavo già pensando al Sampmania di oggi, e mentre cercavo di rimettere in ordine le idee, o di individuare lo spunto giusto per leggere la partita, in mente continuavano ad affiorarmi quelle tre parole. “Ce lo meritavamo”.

    In effetti sì, ce lo meritavamo proprio. Ce lo meritavamo di non uscire imbestialiti dallo stadio, almeno per una volta. Ci meritavamo una partita in cui il tiro deviato non finisce all’incrocio, ma si stampa sulla traversa. Ci meritavamo una serata in cui il tentativo a botta sicura esce di dieci centimetri, e non si infila all’angolino. Ci meritavamo una gara senza rigori al novantaseiesimo, senza gol annullati in maniera inspiegabile, senza l’amaro in bocca derivante da una qualche atroce beffa, magari maturata agli sgoccioli. 

    Ce lo meritavamo noi, e se lo meritavano Stankovic e i suoi ragazzi: magari limitati tecnicamente e atleticamente, non discuto, ma commoventi, almeno  da un mese e mezzo a questa parte. Chi doveva abbandonare la nave lo ha fatto, come i topi prima del naufragio, quelli rimasti invece sono giocatori che hanno deciso di portare a compimento qualcosa. Vuoi per riscatto personale, vuoi per dimostrare di non essere così scarsi, vuoi per orgoglio o anche solo per affermare di meritare la Serie A e un nuovo contratto con un’altra società l’anno prossimo. Non lo so, non mi interessa. Nel marasma che li circonda, hanno sputato sangue e hanno compiuto gesti concreti per la Sampdoria. E questo va loro riconosciuto.

    Mi piace l’atteggiamento di Stankovic. E’ uno che non si risparmia, ha messo cuore e tutte le energie mentali in questa avventura. Il crollo nervoso post Monza è una roba rara nel calcio, qualcuno magari può leggerlo come debolezza, io l’ho apprezzato. E mi pare di capire che lo stesso abbiano fatto i suoi giocatori, perché ieri tutti, dal primo all’ultimo, hanno fatto quel metro in più, quello scatto in più, quella scivolata in più (anche) per lui. 

    Il tecnico serbo è stato bravo ad incartare i nerazzurri. Sento commenti relativi alla scarsa performance della formazione milanese, che in effetti ha sbagliato moltissimo, soprattutto nel secondo tempo. I tanti errori individuali tecnici della squadra di Inzaghi, pure nella misura dei passaggi o nei fondamentali come gli stop e i cambi campo, però, credo siano stati spesso forzati anche da un ottimo atteggiamento dei blucerchiati. Samp-Inter non va sminuita: il Doria non ha pareggiato perché i nerazzurri non erano in serata, anzi, non escludo che i nerazzurri non fossero in serata ‘per colpa’ della Samp. Stankovic ha apparecchiato una formazione speculare a quella di Inzaghi, contrapponendo i giocatori uomo su uomo, a partire dai due ‘trequartisti’ Cuisance e Djuricic, che spesso scambiavano la loro posizione e sostanzialmente venivano impiegati per andare in pressing sul play avversario. La sontuosa prestazione dei tre difensori, e il cervello analitico e perfetto per il calcio di Winks hanno fatto il resto. 

    A proposito del numero 20 inglese, il suo apporto in questa Samp è impattante all’ennesima potenza. E’ il giocatore che mancava, fosse stato a regime da inizio stagione, il campionato si sarebbe forse incanalato in maniera diversa. Ha la capacità di farsi trovare nel posto giusto al momento giusto che di recente avevo notato solo in Torreira. Mi piace molto anche il suo modo di vedere calcio. Winks ha un fondamentale che ritengo cruciale: non guarda la palla. Fateci caso: quando sta per ricevere il passaggio, non tiene gli occhi fissi sulla sfera per controllarla al meglio. No, lui ha la testa alta, ha già scandagliato lo spazio attorno a sé, valutando che tocco fare e come farlo. E’ un aspetto importantissimo, ti permette di guadagnare un tempo di gioco sull’avversario, e nel Doria non lo aveva nessuno. 

    Impattare 0-0 con l’Inter varia poco o nulla a livello di classifica, e non restituisce quello che abbiamo perso sino ad oggi. Però cambia molto nel morale e nell’umore di una squadra che, in tutta onestà, ritenevo spezzata dal rigore di Pessina del Brianteo. Pensavo che da quel colpo Audero e compagni non si sarebbero più rialzati. Dopo la mazzata di Empoli, ad esempio, ero più positivo. Invece consideravo la bastonata di Monza troppo violenta per rispondere in qualche modo. Invece, i ragazzi di Stankovic hanno reagito. Si sono ribellati, e si sono presi qualcosina. Se lo meritavano, già. E ce lo meritavamo anche noi.

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