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  • Sampmania: il paradosso della Sampdoria che aspetta la Premier
Sampmania: il paradosso della Sampdoria che aspetta la Premier

Sampmania: il paradosso della Sampdoria che aspetta la Premier

  • Lorenzo Montaldo
Non so a voi, ma a me non sembra affatto di essere ad agosto. Sarà il meteo - un’estate londinese non ce la meritavamo - o forse la sbornia di emozioni sportive post Europeo e Olimpiadi, in grado di riconciliare con un concetto di sport che, per contrasto, evidenzia quanto l’idea alla base del calcio sia ormai lontana anni luce da tali principi. Non lo so. Mi rendo conto però di come i tempi si siano dilatati in ogni ramo e ambito, mercato compreso. La Sampdoria, in questo, è maestra. Allenatore ufficializzato il 4 luglio, tra le ultimissime a farlo in Serie A, e nuovo ds il 26 luglio. Non parliamo poi di colpi in entrata e in uscita. I poveri giornalisti genovesi si vedono costretti a ripetere, ogni giorno, gli stessi 3-4 concetti. Anche perché non ne esistono altri.

La cosa paradossale è che, a 17 giorni dall’inizio ufficiale della Serie A, il Doria (insieme a parecchie altre compagini, per la verità) non ha ancora fatto nulla. Niente di niente, neppure uno scambio piccino picciò, un prestitino in Serie C, un ragazzino con i grandi. Vuoto cosmico. Come ogni anno, si ripropone la riflessione sull’utilità di avviare un campionato a mercato ancora aperto, con un giocatore magari costretto ad affrontare la domenica un’avversaria, e il mercoledì a vestirne la maglia, ma penso si tratti soltanto di un procrastinare il problema. 

La triste realtà ad oggi è piuttosto semplice. Le società medio-piccole stanno aspettando l’iniezione di capitali di sceicchi e affini, per far partire l’ingranaggio calcio. Fino a quando le grosse squadre non decideranno di spruzzare una bella siringata di lubrificante nelle ruote dentate e nei meccanismi del sistema, il giocattolo resterà fermo. Immagino vi rendiate conto da soli quanto potere venga consegnato, per mezzo di tale dinamica, nelle mani della decina di compagini in grado di tirare le fila e di dettare i tempi dei cinque campionati maggiori. Altro che Superlega, la vera Superlega è questa, ed è stata fondata da un bel po’.

Prendiamo la Sampdoria, per esempio. Corte Lambruschini è palesemente in attesa di un cenno dalla Premier League per innescare le sue operazioni. La precaria condizione finanziaria blucerchiata, trascinata negli ultimi anni da una guida piuttosto discutibile, e la debolezza della sua proprietà ovviamente contribuiscono ad acuire questo impasse. La Samp di recente ha seguito una traccia non particolarmente illuminata, fatta di scelte sbagliate e cessioni portate a termine con formule quasi interamente svantaggiose ai danni del club. Semplificando in maniera estrema: acquisti in prestito con obbligo, cessioni con diritto. A ciò sommiamo spese non troppo comprensibili, pochi giovani da plusvalenza valorizzati, tolti Damsgaard e Thorsby, e alcune vecchie volpi con annesso contratto pesante innestate per apportare la giusta spolverata di lustrini alla rosa, e abbiamo il quadro completo. 

Al netto di quanto strombazzato in maniera peraltro ormai abbastanza macchiettistica e caricaturale dai 4 o 5 gonfalonieri del presidente i vari Murru, Murillo, Bonazzoli, Depaoli, Caprari e compagnia stanno lì a testimoniarlo. Sono tutte, o quasi, palesemente operazioni ceffate, perché se portate a compimento in un momento migliore e con formule differenti, avrebbero reso in maniera diversa. Murru dopo Giampaolo veniva accreditato in ottica Nazionale, Caprari doveva andare al Sassuolo per 18 milioni, poi diminuiti dopo l’infortunio, Bonazzoli di questi tempi soltanto un anno fa firmava un rinnovo da un milione e veniva presentato con fanfare e trombe quasi come un nuovo, grande colpo di mercato. Evidentemente nel frattempo qualcosa di sbagliato ci deve essere stato, o no?

Simili decisioni appesantiscono le casse, di fatto rendendo la Samp dipendente in maniera simbiotica dal mercato. Non è più un ‘vendo, ma alle mie condizioni’, bensì un ‘vendo, a patto di trovare un acquirente’. Mi sembra di capire che il nuovo direttore Faggiano stia cercando di evitare uno scenario simile per il futuro. Bonazzoli alla Salernitana in prestito con diritto di riscatto e controriscatto ricalca un po’ la falsariga di quanto fatto con il Torino, ma è sulla carta una trattativa migliore, perché il giocatore non va in una piazza dove il titolare è Belotti, e lui la terza o quarta riserva. A Salerno il 9 sarà lui. Sui pezzi ‘pregiati’, Thorsby e Damsgaard per intenderci, mi pare che l’indicazione sia stata piuttosto chiara. Vendere subito, e vendere cash. Il denaro contate, però, adesso da dove può arrivare? Soltanto dall’Inghilterra, e qui torniamo allo stallo alla messicana di poco fa. Il Doria, per sbloccare la sua campagna acquisti, è costretto ad aspettare le manovre della Premier League. Dovessero andare in Italia, in cambio di bei soldoni, sarei molto stupito. Paradossi del mercato globale pallonaro, piacciano o meno.

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