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  • Sampmania: siamo la prigioniera dei pirati, che cammina sulla passerella

    Sampmania: siamo la prigioniera dei pirati, che cammina sulla passerella

    • Lorenzo Montaldo
    La mattina di Samp-Salernitana mi sono svegliato e ho realizzato di aver sognato il risultato esatto della partita, comprensivo del suo svolgimento. Secondo le mie visioni notturne, la gara sarebbe finita 1-1. In particolare, nel film andato in scena nella mia testa durante la fase REM c’era la Salernitana avanti per quasi tutta la gara, raggiunta da un gol di Jesé Rodriguez al 95’ minuto. La parte divertente era che poi l’attaccante blucerchiato esultava sotto alla Sud, che però rimaneva praticamente impassibile. Lui non realizzava il motivo di questa freddezza,e cercava di incitare la Gradinata senza successo. Non avevo mangiato pesante, giuro, ed è tutto vero.

    Il pareggio l’ho preso, in effetti. Avrei dovuto rendermi conto che si trattava di uno scenario onirico da due elementi: l’apatia dei tifosi e, soprattutto, dal fatto che la Samp era riuscita a segnare un gol. Questo in effetti accade soltanto nei sogni più sfrenati. Nell’annata corrente, di reti in casa ne abbiamo fatte tre. Tre, su tredici partite. di cui solo uno nella gestione Stankovic. E’ una media ridicola. Personalmente, ritengo encomiabile l’atteggiamento della tifoseria, ma di un’altra retrocessione cantando ne avrei fatto volentieri a meno. Parere personale.

    Oltretutto, avverto un pruriginoso fastidio quando leggo le varie frasi di circostanza di calciatori e allenatori che si commuovono, che devono giocare per il pubblico, con inviti ai sostenitori a continuare ad incitare e a stare vicino alla squadra in maniera acritica. Tutte balle. Lo volete un dato curioso? Se il campionato fosse stato disputato tutto in trasferta, la Samp sarebbe salva. Si troverebbe in quart’ultima posizione a pari merito con lo Spezia, con 8 punti e migliore differenza reti. In casa, invece, è ultima da sola a 4 punti e a -9 dalla quart’ultima. Altro che la spinta di Marassi, il coraggio e tante altre belle frasi retoriche o banalità assortite.

    Direi che ormai neppure i più inguaribili ottimisti potranno trovare elementi di conforto e speranza in una classifica drammatica. Il nostro campionato, da qui a giugno, sarà un trascinarsi nell’agonia e nel pantano di una fine annunciata, a cui è stata negata pure persino l’eutanasia. Fortuna che come gestione non potevi dirgli nulla. “Bogliasco, le palazzine, la sede, casa Samp”. Davvero una dirigenza lungimirante e acuta. “Eh ma è stato tutto complicato dal Covid”. Sì, in effetti c’è stato solo per noi. Tutte cose che mi sono sentito dire davvero, anche più recentemente di quanto possiate immaginare. Adesso forse, mentre c’è chi resta saldamente attaccato alla poltrona nonostante la sua militanza nella gestione precedente - ma guai a dirlo, si offende - possiamo finalmente affermare che il regno di Massimo Ferrero e della sua Corte dei Miracoli sono stati la peggior amministrazione della storia della Sampdoria? Lasciamo perdere i valori calpestati, lo stile stuprato, il depauperamento di immagine e tutto il resto. In nove campionati, ha sfiorato la retrocessione (con annessa salvezza da incubo) in tre situazioni, quattro con l’attuale. Il miglior risultato è stato il settimo posto del primo anno, con la squadra costruita dalla precedente proprietà, e il regno Ferrero vanta anche il secondo, il terzo e il quarto peggior piazzamento degli ultimi vent’anni. Nella stagione in corso, potrebbe strappare pure la medaglia d’oro.

    A farne le spese è stata un’azienda che è anche lo svago e la passione di ventimila persone ogni domenica, e chissenefrega di loro. Commentare Sampdoria-Salernitana, per il resto, è abbastanza inutile. Sabiri sembra il ragazzino problematico durante l’ora buca, che cerca di approfittarsi del supplente e si fa cacciare fuori dall’aula. Stankovic prova a colmare il vuoto pneumatico attorno, ma sbaglia pure lui (Sabiri in campo non ci doveva andare, e forse poteva attendere l’intervallo a toglierlo). Però il mister serbo fa di necessità virtù per quanto riguarda i cambi. Non mi sento di imputargli, ad esempio, l’impiego di Jesé unica punta, per quanto l’ex Psg sia palesemente inadatto al ruolo. E’ probabile che né Quagliarella né De Luca avessero i minuti necessari nelle gambe. Pescare dalla Primavera i vari Montevago di turno? Li abbiamo già visti in Serie A, non è il loro terreno. Parlare di campo, comunque, ha poco senso.

    A questo hanno ridotto la Samp. Ad un macabro conto alla rovescia, partita dopo partita, avvicinandosi sempre più coscientemente, allo strapiombo. La Sampdoria oggi è una ballerina fatta prigioniera dai pirati, che cammina sulla passerella appoggiata fuori dal bordo della nave con un sasso legato alle gambe. Sa che ogni suo passo la avvicina al momento in cui non avrà più legno sotto ai piedi, e finirà in fondo all’Oceano. Ma da dietro c’è chi ride sguaitamente e gongolando la pungola con la spada, perché lo spettacolo deve continuare. Il pubblico la obbliga a procedere in avanti, fino al termine della passeggiata. Ad un certo punto puf, lei sparirà oltre la chiglia, finirà sotto alle onde, e la ciurma assiepata in coperta trasformerà il ghigno in smorfia, e si metterà a piangere, perché quella bella ballerina innocente è annegata. 

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