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  • Sassuolo, Carnevali: 'Marotta un maestro, ma non siamo lo Scansuolo! Io al Milan? Fa piacere, ma...'

    Sassuolo, Carnevali: 'Marotta un maestro, ma non siamo lo Scansuolo! Io al Milan? Fa piacere, ma...'

    Giovanni Carnevali, direttore generale del Sassuolo, ha parlato alla Gazzetta dello Sport in vista della sfida contro la Juventus di domenica: "7 giorni su 7 al Sassuolo, ma non è un sacrificio, ormai le mie figlie sono grandi e la Master Group Sport, che creai oltre 20 anni fa, cammina benissimo anche senza la mia presenza. Io mi concentro sul Sassuolo, a 360 gradi".

    SASSUOLO SECONDO - "Grande soddisfazione, siamo sulla strada giusta. Andiamo allo Stadium per fare bella figura e provare a vincere. La nostra filosofia è una vittoria senza merito non è una vittoria. Sarebbe bello che fosse anche la cultura del calcio italiano".

    SCANSUOLO - "Certo che infastidisce. Con la Juve abbiamo un buon rapporto, ma abbiamo chiuso un numero superiore di operazioni di mercato con la Roma e altri club. Prendiamo esempio dalla Juve, ma quelle battute sono ingiustificate. Mia figlia Camilla sta concludendo il suo percorso nella Juve e sceglierà cosa fare senza alcun mio intervento. Sui social è stata massacrata con grande cattiveria".

    MAROTTA - "Lo conosco dal 1985. È un amico oltre che il mio maestro. Ci conoscemmo quando lui era al Monza e io alla Milanese calcio, una società dilettantistica che aveva una squadra di Giovanissimi fortissima. Gli suggerii un ragazzo, lui si fidò e allora gli regalai il cartellino. La nostra amicizia nacque così e ne vado orgoglioso. Ma sa che mi piacerebbe tantissimo fargli uno sgarbo allo Stadium".

    DE ZERBI - "Al Sassuolo si lavora in gruppo. Io avevo cercato De Zerbi già un anno fa perché ha idee diverse, nuove, chiare. Ha la volontà di proporre il bel gioco. Farà una grande carriera. Il coraggio di non accontentarsi mai, la qualità di gioco e anche la volontà di migliorarsi sempre. La filosofia del Sassuolo è questa".

    BOATENG - "Volevamo inserire un campione di livello internazionale perché le nostre ambizioni sono cresciute. Abbiamo fatto una cena a Milano, c’era anche il nostro d.s. Giovanni Rossi. Gli abbiamo spiegato il progetto del Sassuolo. Boateng, che ha classe, serietà e umiltà, l’ha sposato con entusiasmo perché è convinto di poter contribuire alla nostra crescita".

    BOURABIA - "Scoperto con un attento lavoro di scouting. Abbiamo quattro osservatori fissi in Italia e altri all’estero, più una fitta rete di collaboratori. A ogni contratto io allego le relazioni su quel giocatore. Le ricerche sono mirate: cerchiamo giocatori non solo bravi ma adatti al gioco che vuole fare l’allenatore. Questo vale anche per le cessioni. De Zerbi voleva vendere Magnanelli e Duncan: gli abbiamo detto di provarli e ha cambiato idea. Missiroli, invece, è stato ceduto proprio perché poco adatto alle idee di De Zerbi".

    STADIO DI PROPRIETA’ - "Grazie al marketing, agli sky box e alle sponsorizzazioni il nostro fatturato da stadio è doppio rispetto a quello di club storici della A. Al Mapei ci sentiamo a casa e quindi cerchiamo di renderlo molto accogliente. Il centro sportivo sarà pronto a febbraio. Ci saranno quattro campi, palestre, piscine riabilitative, uffici. Prima squadra e Primavera si alleneranno lì".

    OBIETTIVO - "L'Europa League. La campagna acquisti dimostra la volontà di alzare l’asticella".

    ESAME STADIUM - "No, perché la Juve viaggia in un'altra dimensione. Però un risultato positivo è possibile. E comunque vorrei tornare a casa con la consapevolezza di aver dimostrato di poter competere con un club così grande".

    BERARDI - "Nessuno che lo prende? Magari fosse così. Il mio desiderio è che lui diventi la bandiera del Sassuolo. È un ragazzo straordinario, semplice. In campo a volte trascende solo perché ha un'enorme voglia di vincere".

    SOMIGLIANZA - "Al Villarreal. Città piccolina, pochi tifosi, leader nella ceramica. Un club molto ambizioso che ha saputo imporsi anche in Europa, come vorremmo fare noi".

    MILAN - "Io al Milan? Fa piacere che si parli di me, l'ambizione non manca, ma è un problema che non mi pongo. Ho un legame fortissimo con la famiglia Squinzi e dobbiamo ancora toglierci tante soddisfazioni. Prima di andare via da qui dovrei pensarci molto bene".

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