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  • Sassuolomania: la svolta che attendevamo

    Sassuolomania: la svolta che attendevamo

    • Luca Bedogni
    Una forza insospettabile, una fierezza indomita. La svolta che attendevamo dal Sassuolo non era dunque un risultato, un punteggio fatto di numeri. Non altrettanto forgiante sarebbe stato ripetere il 4-1 dell’andata. No. La svolta che attendevamo, che ci aspettava sul manto del Ferraris era invece un evento diverso. Di carattere interiore. Mai come nella partita di ieri i neroverdi sono andati oltre sé stessi, ognuno in aiuto del compagno.

    L’espulsione assurda di Peluso, avvenuta al 25’ del primo tempo per un fallo su Gabbiadini (fallo sì ma non certamente da rosso diretto!), deve aver toccato una corda nuova. Una corda che non suona se non in queste particolari circostanze, quando tutti i piani sembrano saltare a causa di una variabile impazzita.

    Già in emergenza centrali (indisponibili Marlon, Chiriches e Ferrari), la squadra di De Zerbi ne ha così perso un altro nel bel mezzo di uno scontro diretto. E degli ultimi due rimasti, il senatore ovviamente, quello con più esperienza. Allora il tecnico degli emiliani ha richiamato Traorè per Rogerio, ma il Sassuolo ha continuato a giocare come se nulla fosse successo. Come se in campo ci fossero ancora due centrali.

    C’erano invece tre terzini. Nel finale di partita, addirittura, il Sassuolo li schierava tutt’e quattro: i due titolari Toljan e Kyriakopoulos, più Rogerio e Muldur. Potremmo ricordarla come la partita dei quattro terzini. Oppure come la gara in cui Kyriakopoulos, dopo l’espulsione di Peluso, giocò tranquillamente da centrale a sinistra, in una difesa ormai composta per tre quarti da terzini.

    E Obiang? L’ho criticato diverse volte su questa rubrica, io che lo avevo accolto come un grande colpo questa estate. Ebbene, l’ex di turno si è esaltato donandoci forse la sua prestazione più generosa, la più inglese di tutte. Scendeva a impostare o difendere all’altezza dei difensori, e l’attimo dopo era già a centrocampo ad accompagnare l’azione o a coprire qualche buco inevitabile. È sembrato il più infaticabile per il gran numero di interventi nel finale, ma in realtà anche il suo compagno di reparto Locatelli ha corso tanto. Anzi, appena di più: 12 km netti per Manuel, Pedro invece ne ha fatti 11,926.

    È solo un esempio per dire che è inutile fare l’elogio dei singoli dopo questo Sampdoria-Sassuolo. La verità è che il gruppo ora è più forte. Ha svoltato. Uno 0-0 così vale forse ancor di più del 4-1 dell’andata. Sì, è stato uno 0-0 entusiasmante.

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