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  • Sassuolomania: per un calcio più giusto e più umano, Inter-Sassuolo si giochi a porte chiuse

    Sassuolomania: per un calcio più giusto e più umano, Inter-Sassuolo si giochi a porte chiuse

    • Luca Bedogni
    Nella parte conclusiva del Sassuolomania di lunedì scorso paventavo un lungo stop per i neroverdi, che dopo il rinvio della partita di Bergamo per l’emergenza Coronavirus, vedevano davanti a sé un calendario inquietante: Brescia, Inter e Verona, una dietro l’altra. Un percorso impraticabile tra un focolaio e l’altro. L’unica era scavare un tunnel.

    L’ipotesi porte chiuse si profilava dunque come un farmaco, l’antidoto amaro
    da ingoiare, pur di sopravvivere agli eventi. Ma è sopraggiunto il caos, e a causa del rinvio di Juve-Inter, la madre di tutti i rinvii, anche Sassuolo-Brescia è stata rinviata. Nel frattempo, di nuovo, si è presa la decisione di far giocare solo alcuni, creando di fatto un campionato a due velocità. Questo sì che è restituire al mondo una brutta immagine! Al contrario, scendere in campo a porte chiuse non avrebbe rovinato il prodotto, tutt’al più lo avrebbe reso più umano e certamente più consapevole della situazione d’emergenza che il Paese sta attraversando. Ma laddove pensavamo che, di fronte a un evento di portata eccezionale, potesse resistere almeno l’essenza di questo sport, ovvero il gioco stesso reciso provvisoriamente dalla sua cornice di pubblico, ci si accorge, ahimè, che per chi decide tutto ciò è secondario, forse addirittura superfluo.
          
    Il Sassuolo è rimasto in silenzio la prima settimana, ma adesso dice basta. Le parole dell’amministratore delegato Carnevali sono tra le più dure udite finora, e svettano minacciose nel coro di protesta dei più danneggiati: “Noi contro l’Inter vogliamo giocare, sia che ci sia il pubblico sia che non ci sia, ma ciò che conta è dare continuità. Altrimenti sospendiamo il campionato, visto che non ci saranno neanche più le date per recuperare le partite. Bisogna dare più regolarità alla Serie A, dobbiamo essere considerati tutti uguali”.

    Ecco, siamo arrivati al punto. Ma del resto, di cosa ci stupiamo? Nelle emergenze, i nodi vengono al pettine, le disparità latenti si manifestano in tutta la loro insopportabile ingiustizia.     

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