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  • Sconcerti a CM: 'Napoli senza personalità, per lo scudetto più Inter che Milan. Mou re dei cambi. Allegri è solo in una Juve cambiata'

    Sconcerti a CM: 'Napoli senza personalità, per lo scudetto più Inter che Milan. Mou re dei cambi. Allegri è solo in una Juve cambiata'

    • Furio Zara
      Furio Zara
    Sconcerti, perché il Napoli non è più in corsa per lo scudetto?
    «Mi è sembrato che il Napoli non avesse la personalità per cercare di vincere il titolo. Aveva la qualità, ma non la personalità. E se ripensiamo alle parole di Spalletti, lui l’aveva detto a più riprese. Anche quando perse contro la Fiorentina disse che i suoi giocatori non avevano capito il momento storico. Era vero. Spalletti ha sempre battuto il tasto della mancata personalità».

    E intanto la Roma non sbaglia un colpo e ha allungato a 12 le partite utili consecutive. L’ultima sconfitta risale al 9 gennaio contro la Juve. Parliamo di più di tre mesi fa. E’ una piccola impresa, no?
    «Sì, la verità è che Mourinho recupera tante partite alla fine perché fa dei cambi travolgenti. Contro il Napoli aveva in campo sei giocatori d’attacco. Crea volutamente disordine e spinta, questo ha portato a risalire la china di certe partite che si erano messe male. Più che di grinta - certo c’entra anche quella - parlerei di mosse di Mourinho. Sono quelle che stravolgono le gare».

    Ma Mourinho non si stanca mai di attaccare gli arbitri?
    «La sua cifra esistenziale è la polemica. Di polemica lui si alimenta».

    Passiamo alla Juve: come giudichi la stagione di Allegri?
    «Allegri avrebbe potuto fare di più. Sia chiaro: è un grande allenatore, ma lo vedo molto più calmo rispetto al passato. E lo vedo anche un po’ più solo dentro una Juve che è cambiata. Nedved non è mai stato amico suo, Agnelli si è sentito meno. Ho l’impressione che la Juve sia una società in grande evoluzione e quindi in una discreta difficoltà da transito generazionale. E’ in una fase di passaggio anche Allegri: in campo la parola che dice di più è: “Calma”. E questo va sempre bene, per carità. Poi si sfoga, si toglie la giacca, urla. Sono piccole contraddizioni di un allenatore che deve ritrovare un equilibrio».

    Che credibilità può avere un campionato dove l’Empoli - che non vince da sedici partite - è salvo da tempo e non corre alcun rischio di retrocedere?
    «Questo è un campionato chiaramente sottomisura. Ma lo è partendo dalla testa della classifica per arrivare fino alle ultime. Stiamo giocando un calcio modesto che produce gli stessi risultati. Le grandi squadre non sono grandi squadre e le piccole sono un po’ più piccole del solito. Basta guardare la zona retrocessione. Venezia e Cagliari hanno 22 punti, quest’anno ci sarà una quota tra le più basse degli ultimi campionati».

    Per ultimo: tra Inter e Milan chi arriva meglio a questo rush finale che vale lo scudetto?
    «Mi sembra che ci arrivi meglio l’Inter. Il calcio è una questione più semplice di quella che crediamo. Conta la facilità con cui fai gol. Sento dire: però il Milan non prende più gol. Bene, ma non basta. Banalmente: l’Inter dentro una partita ha più probabilità di fare gol, quindi va data favorita».

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