Calciomercato.com

  • Skriniar e Brozovic, Capello, la parola scudetto: tutte le contraddizioni di Conte, l'Inter non ne può più

    Skriniar e Brozovic, Capello, la parola scudetto: tutte le contraddizioni di Conte, l'Inter non ne può più

    • Pasquale Guarro
    Antonio Conte vende incertezze, consolida tensioni e isterismi. Non piace più agli interisti, e da qualche tempo neanche all’Inter. La sua carica agonistica non è vento di passione che eleva gli animi, ma nube rancorosa che incupisce e negativizza. Parla di furore, mai di gioia. Sponsorizza la fisicità a scapito del talento. Non fa autocritica, accampa scuse, alcune anche ridicole. Zhang gli corrisponde circa 12 milioni di euro l’anno, più o meno 1 milione al mese, somma che a chiunque, automaticamente, conferirebbe grandi responsabilità, ampiamente giustificate. 



    LE FRASI SLOGAN - Oneri che Conte ha sgravato a Villa Bellini, quando - secondo quanto filtra dall’incontro - avrebbe chiesto alla società di non parlare di scudetto a mezzo stampa e di camuffare gli obiettivi con le frasi slogan che Marotta va ripetendo da mesi: “L’obiettivo è crescere ogni anno, valorizzare calciatori, fare sempre meglio. Il periodo è complicato, il Covid rallenta la nostra crescita e Conte è il numero uno al mondo”. Patti chiari amicizia lunga, guai a dire che l’Inter deve vincere lo scudetto.

    CONTRADDIZIONE NUMERO UNO - Questa la prima contraddizione in termini, perché all’interno dello spogliatoio quella parola circolava eccome. E a dire il vero ha anche sfondato i muri di Appiano Gentile, raggiungendo le orecchie di molti ascoltatori attenti. Ma la dichiarazione degli obiettivi è solo una delle tante incoerenze mostrate da Conte, che da qualche mese fa e disfa.

    DUE CARDINI - Avrebbe venduto Skriniar e Brozovic. Con i due calciatori, si dice, sia quasi arrivato a rottura. Oggi sono entrambi fondamentali nell’operazione di rilancio di una squadra che, senza di loro, ha mostrato eccessive vulnerabilità.

    LA NUOVA INTER - Per mesi ha celebrato il cambio di filosofia della sua Inter, improvvisamente attratta dal bello. Guai a chi vince giocando male, è cattivo e ha il destino segnato in Europa. L’Inter vuole crescere e sa che il processo passa attraverso questo lavoro. Per cui, si gioca per fare un gol in più dell’avversario, la squadra pressa nella metà campo degli altri e si espone a contropiedi killer. Sì, nonostante i centrali non siano fulmini di guerra.

    UN PASSO INDIETRO - Ovviamente è tornato indietro, lo ha fatto dopo averci sbattuto il “muso”. Ma di fronte alle telecamere non ha ammesso l’errore. Tutt’altro. Conte ha spiegato, non più di dieci giorni fa, che il percorso precedente non è stato un errore, l’Inter non ha perso né tempo né punti. La sua squadra ha acquisito esperienza che servirà in Europa. La stessa Europa che dieci giorni dopo gli avrebbe sbattuto in faccia la porta rispedendolo a casa.

    SCIAGURA VIDAL - Conte ha voluto Vidal ed è stato accontentato, oggi il cileno è la sua croce, come in passato Nainggolan è stata quella di Spalletti. L’ex Barcellona è risultato decisivo nelle competizioni europee, ma in negativo. La sua esperienza non si è vista, la sua ira invece sì.

    AMICI/NEMICI - Conte parla di stampa avversa, di accanimento. Ma da quando è all’Inter tutti lo hanno trattato con ingiustificata riverenza. Nessuno che gli abbia mai creato problemi, nessuno che abbia mai neanche aperto polemiche mai risparmiate ad altri. Nessuno, per esempio, ha mai chiesto a Conte quanti scudetti abbia la sua Juve. Nessuno gli ha chiesto se oggi si esprimerebbe allo stesso modo dopo quel cinque maggio. Insomma, nessuno ha voluto metterlo in difficoltà.

    IL NEMICO CI STUDIA - Conte professa i progressi della sua squadra e del gruppo che guida, ma in un anno e mezzo non è ancora riuscito a trovare rimedi utili contro squadre che si dispongono a specchio. A Capello ha detto di avere un Piano B, che però nessuno ha visto finora. Anzi, si è anche arrabbiato perché lo Shakhtar ha modificato il proprio sistema di gioco per fronteggiare l’Inter. Cavolo, gli avversari sono proprio pronti a tutto in questo calcio moderno. Addirittura ti studiano e comprendono il modo migliore per affrontarti. Magari potrebbe farlo anche l’Inter. Magari… Invece, a chi glielo fa notare, Conte chiede di pensare prima di fare domande. L’incantevole Anna Billò replica con un sorriso che lo piega, questa volta definitivamente, di fronte a tutti.

    Altre Notizie