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  • Inter fuori da tutto, un disastro tecnico: ora è condannata a vincere lo scudetto. Ma Conte deve imparare a perdere

    Inter fuori da tutto, un disastro tecnico: ora è condannata a vincere lo scudetto. Ma Conte deve imparare a perdere

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    L’Inter è fuori da tutto. Champions e Europa League in un colpo solo, che significa zero introiti da qui alla fine di una stagione (la seconda) falcidiata dal Covid e dall’assenza di pubblico negli stadi. Purtroppo non è solo un disastro economico-finanziario, è anche un disastro tecnico. Antonio Conte se ne deve assumere la responsabilità, anche se mai come quest’anno l’Inter ha la possibilità di mettere le mani sullo scudetto. Senza distrazioni internazionali e con il solo disturbo domestico della Coppa Italia, sarà più facile raggiungere l’obiettivo.

    Ma per certe conclusioni bisognerà aspettare maggio. La realtà amara è che in una piovosa e fredda serata di dicembre l’Inter non riesce a segnare nemmeno un gol allo Shakhtar che, come previsto, si difende ad oltranza, ma con ordine e mai con affanno.

    All’Inter non è mancato il furore modesto che adesso sa sprigionare. Piuttosto non c’è mai stata imprevedibilità, il ritmo è stato basso e monocorde, le giocate scolastiche e facilmente leggibili dagli avversari. In più, come spesso capita in partite del genere, un po’ ha inciso la sfortuna (traversa piena di Lautaro dopo 7 minuti) e un po’ le parate del diciannovenne portiere Trubin che ha tolto un gol fatto a Lukaku e un altro, dopo aver subito una doppia carica in uscita, a Eriksen (sì, proprio lui) entrato all’85’ per Lautaro Martinez.

    Tuttavia l’occasione più clamorosa e dall’esito per certi versi grottesco è stata quella capitata a Sanchez, dentro per Gagliardini ad un quarto d’ora dalla fine. Da calcio d’angolo, la palla è piovuta sulla sua testa, la frustata a colpo sicuro è stata netta e probabilmente avrebbe battuto Trubin se in traiettoria e, per sovrammercato, in fuorigioco, non si fosse trovato lo sventurato Lukaku che ha respinto di testa. Ora la domanda è scontata: cosa ci faceva Lukaku nell’area del portiere avversario, mentre tre sui compagni saltavano?

    Purtroppo non è stata una buona serata, Conte se l’è presa con gli arbitri e la Var (dimenticando forse che in Germania, l’Inter era stata salvata dal possibile 3-3 con il M’Gladbach proprio dalla tecnologia), è stato scostante con Fabio Capello (non rispondendo ad una domanda legittima ed educata), ha detto ad Anna Billò, una giornalista signora e una signora giornalista, che bisogna pensare prima di fare le domande.

    Conosco Antonio per averlo frequentato e anche attaccato quando era alla Juve, è un grande allenatore e presto o tardi vincerà anche in Europa, tuttavia deve imparare ad accettare con maggiore serenità la sconfitta, anche la meno digeribile. So bene quale può essere stato, a caldo, il suo stato d’animo. E’ comprensibile che voglia difendere la squadra e l’impegno dei calciatori, ma se sostiene - come ha fatto - che è davvero incredibile non essere riusciti a segnare nemmeno un gol in 180 minuti, non basta difendersi sostenendo che lo Shakhtar, come altre squadre, si è snaturato pur di contenere o annullare la forza dell’Inter. I gol mancati non sono la causa, ma l’effetto. Per me, lo ripeto, ci voleva più velocità e un’aggressività che l’Inter ha progressivamente smarrito. In stagione come nella partita.

    Detto tutto questo, io sono colpevole almeno quanto Conte per aver predetto sia la vittoria, sia il passaggio del turno dei nerazzurri. Eppure all’Inter sarebbe bastato poco di più di quel che ha fatto, visto che a Madrid la partita si è messa subito bene, cioè con una squadra (il Real) presto in vantaggio e poi, entro la mezz’ora, al raddoppio. Si dirà che Lukaku ha deluso. Io non sono di questo parere. Primo, perché non può sempre segnare gol decisivi. Secondo, perché ha lottato come un leone e speso tutte le energie che aveva in corpo.

    Lo Shakhtar si è schierato con un 5-3-2 assai difensivo, ma questo Conte lo sapeva. Giusto scegliere Hakimi sul versante destro, miracoloso aver recuperato Barella in un centrocampo dove i giocatori erano contati, ma forse - e sottolineo forse - sarebbe stato opportuno inserire prima Sanchez. Intanto perché era in palla. Poi, perché posizionandosi tra le linee, ha dato parecchio fastidio agli ucraini. Nell’ultimo quarto d’ora, più i sette minuti di recupero, l’Inter si è schierata con un 3-4-1-2, ma ormai la fatica (si è giocato sotto la pioggia e su un campo pesante) e la frustrazione avevano preso il sopravvento.

    L’Europa è andata. Oggi sarà un altro giorno. Conte metta tutte le sue energie su scudetto e Coppa Italia. Può vincerle entrambe. E sarebbe una meravigliosa, anche se tardiva, consolazione.


    :(actionzone)



    IL TABELLINO

    Inter-Shakhtar 0-0

    Inter: Handanovic; Skriniar, de Vrij, Bastoni (dal 40’ s.t. D’Ambrosio); Hakimi (dal 40’ s.t. Darmian), Barella, Brozovic, Gagliardini (dal 30’ s.t. Sanchez), Young (dal 23’ s.t. Perisic); Lukaku, Lautaro (dal 40’ s.t. Eriksen).

    Shakhtar: Trubin, Dodo, Bondar, Vitao, Matviienko; Kovalenko, Stepanenko, Maycon; Tete (dal 19’ s.t. Patrick), Marlos (dal 19’ s.t. Solomon), Taison (dal 41’ s.t. Dentinho).

    Ammoniti: Vitao (S), Gagliardini (I), Hakimi (I), Trubin

    Arbitro: Slavko Vinčić

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