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  • Solo un anno fa era il Milan delle creste...

    Solo un anno fa era il Milan delle creste...

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    E' passato quasi un anno da quando il Milan costruiva i presupposti per l'esaltante rimonta sulla Fiorentina e il conseguimento di un terzo posto vitale per il club rossonero, reso possibile anche da un'operazione di mercato come quella che portò Mario Balotelli in rossonero e da alcuni accorgimenti tattici di Allegri, che puntò con continuità sul 4-3-3 e su alcuni giocatori che valorizzarono al meglio questo modulo. Supermario, El Shaarawy, Boateng e la rivelazione Niang: eccoli i protagonisti del "Milan delle creste", una definizione che prendeva spunto dal look esibito dai nuovi quattro tenori della formazione milanista, che avrebbero poi vissuto una seconda parte di 2013 da dimenticare, esattamente come il resto della squadra. Il quartetto è stato dimezzato dal mercato estivo prima e da quello che prenderà ufficialmente il via il prossimo 3 gennaio: Boateng, dopo aver consegnato la qualificazione alla fase a gironi della Champions League con la doppietta al PSV Eindhoven, è stato ceduto allo Schalke 04 per fare spazio a Matri, mentre Niang si allena da qualche giorno al Montpellier per ritrovarsi dopo aver avuto pochissimo spazio nella prima metà di campionato.

    Sono rimasti solo Balotelli ed El Shaarawy, coloro i quali avrebbero dovuto rappresentare il futuro prossimo e non del Milan e della Nazionale e che invece sono finiti nel mirino della critica, per ragioni diverse, negli ultimi tempi. Circa 365 giorni fa, si entrava nella fase decisiva della trattativa che permise ad Adriano Galliani di riportare in Italia l'ex attaccante dell'Inter, un'operazione che si rivelò determinante per le fortune della squadra nella seconda parte di stagione. Sembrava ieri e invece, dopo appena un anno, Mario non viene considerato più un giocatore centrale nel progetto di rifondazione portato avanti da Silvio e Barbara Berlusconi e, smentite a parte, si susseguono le voci su una separazione in estate. Il Faraone è invece sparito completamente dai radar, tra l'incapacità di gestire le prime vere pressioni da professionista e una sequenza incredibile di infortuni che lo terrà lontano dai campi almeno fino a marzo. Nei tre mesi finali dell'attuale campionato, dovrà giocarsi le residue chance di partecipare al prossimo Mondiale e scongiurare a giugno un addio che, se le cose proseguissero in questa maniera, diventerebbe non solo inevitabile ma addirittura provvidenziale.

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