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  • Spalletti: 'Il +18 non va considerato, si può aprire un ciclo. Sarri capopopolo, gli interisti sono con me'

    Spalletti: 'Il +18 non va considerato, si può aprire un ciclo. Sarri capopopolo, gli interisti sono con me'

    • Giovanni Annunziata
    Siamo alla vigilia di Napoli-Lazio. Le due squadre scenderanno domani in campo al Maradona in vista dell'anticipo della 25ª giornata di Serie A. In conferenza stampa le parole del tecnico degli azzurri, Luciano Spalletti:

    DA SARRI A SPALLETTI
    - “È vero che ci portiamo una cultura di lavoro, un modo di stare in campo di chi c’era prima, tra allenatori e calciatori. Sarri ha delle cose che sono simili, ci piace andare in tuta a entrambi, poi abbiamo l’idea di voler fare la partita, comandare il gioco. Il possesso palla è stato un tema dell’ultimo periodo, ti dà la possibilità di decidere dove andrà la partita. Poi è fondamentale alternare ritmi e dimensioni del possesso, alzarsi e verticalizzare quando vengono a prenderti. Secondo me Sarri è stato un Masaniello dal punto di vista calcistico, si è reso capopopolo di una rivolta del modo di vedere il calcio. Quando ero a casa, sceglievo sempre di vedere il suo Napoli ed ero in piedi ad applaudire la sua squadra. Non mi importa se è meglio o peggio, io ho preso quello che volevo prendere. Sui campi di Castel Volturno ci sono ancora delle linee di passaggio degli allenamenti di Sarri. A me non frega fare paragoni”.
     
    CAMBIAMENTO DEI TIFOSI - "Dipende da una maturità e conoscenza del calcio in generale, saper valutare le cose come funzionano nella vita. Diventa fondamentale che i nostri tifosi non vadano ad aspettarci all’arrivo ma che scendano in campo ogni volta con noi come hanno fatto in questo periodo. Non diano retta a chi vuole far alzare loro le mani in segno di gioia alzandole dal manubrio quando ci sono ancora tante curve da fare. Queste curve possono farti sbandare. Ho sentito tanti migranti in giro per il mondo dire che si emozionano vedendo giocare il Napoli".
     
    TUTTI PER SPALLETTI
    - Parlano bene di me? Provi a intervistare Demme, chi gioca meno e poi vediamo se il discorso è lo stesso (ride, ndr). Dico Demme perché è uno di quelli che meriterebbe di giocare. Per me è facile lavorare con delle persone, con dei ragazzi che hanno qualità, attitudini alla disponibilità, saper ascoltare e voler apprendere sempre di più. Se hai la disponibilità puoi andare avanti. È la loro qualità, non la mia che fa la differenza. Li ringrazio quando parlano bene di me ma sono loro gli artefici”.
     
    DIFFERENZE CON IL NAPOLI DI SARRI
    - "Noi dobbiamo avere il coraggio di giocare le partite e cerco di fare quello che piace a me. Non mi piace un calcio dove sto tutti davanti la difesa. Ho perso spesso ma se una cosa non mi piace non la so interpretare e non la so far piacere ai calciatori. Penso siano contenti di fare così. La battaglia che ho fatto quando sono arrivato è quella di riportare la gente allo stadio perché ai giocatori crea emozioni, sensazioni. Niente ci può turbare".
     
    LA LAZIO - "Sarri è più ordinato di me da un punto di vista di stare in campo. La sua quadratura tattica da un punto di vista difensivo, offensivo è chiara. La Lazio sta facendo un calcio bellissimo e gli si riconosce questa chiusura totale. Domani dobbiamo trovare la finestra da dove prendono aria, dalla porta non si passa perché sono un corpo unico in tutto ciò che fanno e chiudono con la doppia mandata. I miei in due attaccano e in due scappano per giocare addosso all’avversario. Da un punto di vista di praticità non so chi sia meglio, a me piace giocare così".
     
    LO SCUDETTO
    - "Sognare di vincere lo scudetto? Si gioca sempre per vincere, l’obiettivo è quello di arrivare più in là possibile. Però ci sono anche altre cose che danno soddisfazioni. Dal mio punto di vista non sono di quelli che vincere a tutti i costi e poi l’anno dopo fallire. A me piace collaborare con la società, andare a fare un discorso corretto cercando di proporre un lavoro che, passo dopo passo, portasse a obiettivi comuni, nelle possibilità di quella società.

    LA SVOLTA - "La svolta è nei due pareggi ad inizio stagione perché avevamo mantenuto la stessa ricerca, andando sempre a fare le stesse cose ad alti livelli si alza l’asticella, così si diventa poi di quel livello".

    SCUDETTO DEL 2018 - "Scudetto perso in albergo dal Napoli? Io prendo me come obiettivo per le cose che non vanno, non gli altri. Io gioco le mie partite, gli altri le loro. Vero che ho fatto delle sostituzioni che hanno determinato, però che io sia il responsabile di tutto quello che avete fatto voi non credo. Scelgo sempre me come responsabile per le cose che non vanno. Io non do le responsabilità a nessuno, ma solo a me stesso, per non aver segnato, per l'atteggiamento. Non sono io il responsabile, voglio ribadirlo".

    RIVINCITA - "Io non vado a fare pensieri che possano suscitare delle rivincite verso nessuno. Io devo tentare di far bene il mio lavoro, come dice il presidente. Non devo fare altro. Perché poi sono i risultati del calcio giocato che fanno la differenza. Ci sono alcune pagine Facebook dai tempi dell'Inter che mi sostengono e quando una pagina parla solo di te, ci sono dei ragazzi che ti ascoltano e commentano dalla mattina alla sera, ti rendono più responsabile. Sapere che i tifosi dell'Inter mi ricordano con piacere, fa altrettanto piacere. Nessuna rivincita personale, io mi sono sempre comportato nella maniera corretta. Quando ho litigato l'ho sempre fatto per il bene della società, della squadra. Però poi a chi è più amico di qualche altro allenatore fa piacere dire che faccio confusione. Io sono bravo se la squadra gioca bene a calcio e per farlo devo fare bene l'allenamento, motivare il calciatore, costruire il video sintetico per impressionare e infondere due cose in più. Altri discorsi non mi interessano". 

    SMINUIRE IL NAPOLI? - "Non ci penso, occupo tutto il tempo a costruire bene cosa dobbiamo fare noi. Poi valuteremo se ci sono differenze con avversari. Dal mio punto di vista domani sarà un derby di quel famoso condominio, per guadagnare un pianerottolo di quel condominio. Per i risultati in generale i miei calciatori stanno facendo cose straordinarie e gli vanno dati grandi meriti. Hanno fatto delle grandi partite, sono stati nel rettangolo di gioco macinando roba, avendo idee, producendo il calcio fatto bene".

    DISTACCO IN CLASSIFICA - "Il +18 sulle seconde non è una cosa da considerare. Noi valutiamo le partite che affrontiamo come se fossero da dentro o fuori, giocarle tutte allo stesso modo. Magari come hanno fatto in 10 sabato a Empoli. Rispettare l'avversario e considerare che possa succedere di tutto. Se si va a vedere in questo campionato ne sono successe di cose da prendere e fare in modo che non capitino a te avendo un modo equilibrato di ragionare".

    APRIRE UN CICLO - "Abbiamo delle basi veramente buone, un gruppo di calciatori sano, c'è roba fresca di quella che può esploderti in mano e durare negli anni. Giuntoli è stato bravissimo a individuare questi calciatori. La possibilità di aprire un ciclo è una cosa che può succedere perché ci sono anche ragazzi fuori che hanno giocato poco. Ci sono giocatori che meriterebbero di giocare e mi piange il cuore. Come ad esempio Elmas che potrebbe venire da me e dirmi 'Mister che devo fare per giocare?'. Io mi sento in prigione. Raspadori è il futuro dell'Italia, io scommetto con tutti su Gaetano, Zerbin ha una disponibilità incredibile. Zedadka non l'avete mai visto però mi avrebbe fatto piacere passare il turno di Coppa Italia per far vedere che giocatore è. Vero che quelle due partite avrebbero influenzato il ritmo di recupero della squadra ma si potevano fare scelte tipo portare 15 giocatori in ritiro e far sentire titolari quelli che non hanno giocato. Simeone ha giocato qualche partita in più ma fa parte anche lui di loro".

    IL MESSAGGIO AI TIFOSI - "È difficile rimanere indifferenti all’atmosfera che si è creata in città, ti lascia senza parole ma rimaniamo concentrati sulle partite e scendete in campo con noi perché di voi abbiamo bisogno".

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