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  • Strama-Herrera: 'Non siamo l'anti-Juve'

    Strama-Herrera: 'Non siamo l'anti-Juve'

    Eguagliati i 7 successi consecutivi del 1961-62. Fuori casa è record: 8 su 8. E sabato c'è la Juventus a Torino.
    Stramaccioni come Herrera verso la sfida scudetto.
    Ancora un passo e poi sarà Juve. Ma quel passo che si chiama Samp non è esattamente un gradino basso basso. Anzi. «Noi sappiamo che affinché Juve-Inter abbia un valore d'alta classifica dobbiamo vincere contro la Sampdoria mercoledì» dice Andrea Stramaccioni. E ci sta. Però nel frattempo l'Inter è lì. «Se in questo momento siamo al nostro 100%? Abbiamo tracciato un solco, e fare 8 vittorie di fila fuori casa è tanto. In questa squadra c'è grinta, fame, applicazione: sempre. Ringrazio i giocatori e cerco di dimostrare che Moratti non ha fatto una pazzia a prendermi...». E intanto, con 7 successi in fila, ha eguagliato la serie del '61-62 di Helenio Herrera.

    Echi di Juve Ma per lo scudetto l'Inter c'è? «Siamo alla nona giornata - riprende il tecnico nerazzurro -, quindi non è intelligente parlare di obiettivi ma solo di crescita. Quella crescita che ha avuto la Juve lo scorso anno: all'inizio ha fatto fatica, poi ha trovato la quadratura ed è andata a vincere lo scudetto». L'Inter «come» la Juve allora? «Il nostro obiettivo è tornare in Champions. E l'importante è che io veda una squadra che migliora». Tradotto: il pensiero-scudetto c'è, ma adesso deve per forza restare sotto traccia. Anche perché la Juve macina. «Se ho visto gli episodi dubbi di Catania? Ho visto il primo tempo, poi li ho abbandonati e guarda che mi hanno combinato... Se ho sentito l'eco delle proteste del "Massimino" anche qui a Bologna? No». E ride. Li ha sentiti, rimbombano ancora.

    Crescita Strama che torna a Bologna da allenatore dell'Inter è festa vera. Per lui applausi dalla tribuna nel pre-gara, anche uno striscione («Cattolica ti ama»), lui che ha vissuto qui dai 14 ai 19 anni prima di fracassarsi un ginocchio. «Quando ieri ho visto i portici mi è venuto un balzo al cuore...» dice. Contro il Bologna un po' meno. «Abbiamo sofferto gli avvii dei due tempi, ma togliendo gli inizi a me l'Inter è piaciuta perché siamo stati compatti e quadrati, il gol lo abbiamo preso su calcio piazzato per una disattenzione sul gioco a due. Ma stiamo crescendo e ne sono felice».

    Cassano-Samp Cassano in panca: come mai? «Lo volevo fare giocare, ma nella seduta di stamattina (ieri, ndr) ha avuto un problema al collo e io sono stato costretto a rivedere le scelte. Ma avrei giocato lo stesso con due attaccanti, lui e Milito». La gara contro i blucerchiati non sarà qualunque per Cassano. «La Samp - spiega il tecnico dei nerazzurri - ha un grande allenatore, molto preparato. Questo trend negativo aumenterà la loro voglia di riscatto. Anche per questo, quindi, non esaltiamoci dopo 9 giornate». E soprattutto a un passo e mezzo dalla Juventus.

    (Matteo Della Vite - Gazzetta dello Sport)
     

    La lunga vigilia di Juve-Inter.
    Torna il freddo e tornano le polemiche arbitrali, proprio nella settimana che apre la lunga vigilia di Juventus-Inter. Sabato sera, a Torino, sapremo se la squadra di Stramaccioni può puntare allo scudetto, ma intanto sappiamo già che l'ultimo successo dei campioni d'Italia è un fungo avvelenato per tutti: per chi ha sbagliato ad annullare il gol regolarissimo che avrebbe portato Bergessio e compagni sull'1-0, convalidando invece quello nato in fuorigioco di Vidal; per il Catania che sognava almeno di ripetere l'1-1 dell'anno scorso; per i bianconeri accusati di essere favoriti come in passato; e naturalmente per gli avversari nella corsa al titolo, indirettamente penalizzati. Non è stata una bella domenica per gli arbitri, perché gli errori sono stati molti e gravi, non soltanto a Catania. E allora auguriamoci che il buon esempio di Petkovic, guarda caso uno straniero, pronto a riconoscere i meriti della Fiorentina, dopo un'elegante sottolineatura dei torti subiti, venga seguito da quanti hanno il dovere di mantenere la vecchia rivalità tra Juventus e Inter su binari esclusivamente sportivi, anche perché ci sono buoni motivi per parlare soltanto delle loro qualità tecniche. Senza dimenticare che tra le due litiganti c'è il Napoli, capace di vincere, malgrado l’assenza di Cavani, ma grazie anche a un rigore negato al Chievo nel finale, sempre un gradino sopra i nerazzurri, terzi da soli dopo la sconfitta della Lazio. Tra l'ora di pranzo e l'ora di cena, la squadra che impressiona di più è quella che festeggia all'ora del the: la sempre più rampante Inter di Stramaccioni. Se l'imbattibilità dei campioni d'Italia ormai non fa più notizia, i numeri di Zanetti e compagni incominciano a fare paura. Tredici punti più dell'anno scorso, 7 vittorie consecutive (5 in campionato e 2 in coppa), 8 su 8 in trasferta (5 in Italia e 3 in Europa), con la ciliegina del 3-1 a Bologna arricchito da nuovi goleador, Ranocchia e Cambiasso, che portano a 9 i marcatori nerazzurri. E adesso l'Inter sogna di continuare a vincere lontano da San Siro, con un'autentica prova del 9 a Torino: per eguagliare il record assoluto di 9 successi esterni consecutivi di sei anni fa con Mancini e soprattutto per fermare il volo della capolista. Prima, però, prepariamoci ai preliminari di mercoledì, con la Juventus che riceverà il Bologna mentre l'Inter ospiterà la Sampdoria, rinfrancata da un successo più limpido dei rivali, al netto delle polemiche, anche se è giusto ricordare che il Catania in casa non aveva mai perso, mentre il Bologna si era già arreso con un identico 1-3 al Milan. Inizialmente senza Cassano, l'Inter mostra una nuova compattezza con un 3-5-2 mai provato in campionato, curiosamente identico a quello della Juve. E sull’asse Samuel-Cambiasso-Milito esalta la sua anima sempre più argentina. Cambiasso scodella sulla testa di Ranocchia il pallone dell'1-0, Palacio offre a Milito quello del 2-0, poi si ripete smarcando Cambiasso, tornato agli altissimi livelli del "triplete", che firma il 3-1 con un cucchiaio da applausi. Sempre più affiatata in campo e fuori, come confermano gli abbracci di capitan Zanetti a Cassano, mai così sorridente in panchina, l'Inter sta crescendo in fretta. E se in questa delicata settimana crescessero, ovunque, anche la calma e il buon senso, faremmo tutti un bel passo avanti.

    (Alberto Cerruti - Gazzetta dello Sport)


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